Bastoni: "Fatti tanti sacrifici, ora gioco con Bruno Alves. E' un grande"
Lunga intervista concessa alla Gazzetta di Parma dal giovane centrale del Parma, Alessandro Bastoni. Queste alcune battute riportate da Parmalive.com: "Facevo 130 chilometri all'andata e 130 al ritorno da Casalmaggiore a Bergamo, in macchina con mio padre, tutti i giorni che avevo allenamento e per le partite delle squadre giovanili dell’Atalanta di cui faccio parte da quando avevo solo sette anni. Se sono arrivato in serie A devo ringraziare la mia famiglia per tutti i sacrifici che ha fatto per farmi coltivare questo sogno. Non era però facile neanche per me: uscivo prima da scuola, mangiavo un panino in viaggio e tornavo a casa alle otto di sera".
E ora giochi di fianco ad un centrale come Bruno Alves:
"Bruno è un grande. Quando ha preso la fascia da capitano nello spogliatoio ha fatto un discorso bellissimo chiudendo con "Sono arrivato fino qui e ora auguro a tutti voi di fare una carriera migliore della mia”. Nonostante la sua carriera importante è molto umile".
Come ti trovi al centro della difesa crociata?
"Ho dovuto resettare la testa perché il modo di difendere è completamente diverso. Lo staff tecnico del Parma mi ha insegnato tanto in questi mesi. A Bergamo l’atteggiamento di tutta la squadra è più offensivo, qua aspettiamo di più e bisogna posizionarsi bene in ogni frangente“.
Sei giovane, stai ancora studiando?
"Quest’anno dovrei completare il liceo scientifico. Riesco a frequentare solo il lunedì e il martedì in una scuola privata a Mantova. I miei genitori ci tengono molto e credo che un diploma nel cassetto possa sempre servire quando smetterò di giocare“.
Chiudiamo con un momento importante nella tua carriera, la firma con l'Inter:
"Sicuramente uno dei momenti più belli della mia vita. Figurarsi poi che mio padre è tifoso interista da sempre. Ricordo che il mio procuratore, Tullio Tinti, mi ha dato appuntamento in un autogrill e quando mi ha visto mi ha chiesto senza tanti giri di parole: “Vuoi andare all’Inter?”. Ci ho messo veramente poco a rispondere...“