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Pirlo si racconta: "Guardiola modello da seguire. CR7 un esempio, s'allena come un ragazzino"

Pirlo si racconta: "Guardiola modello da seguire. CR7 un esempio, s'allena come un ragazzino"TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
lunedì 12 ottobre 2020, 16:23Serie A
di Raimondo De Magistris

Lunga e interessante intervista ai microfoni di 'UEFA.com' da parte di Andrea Pirlo. Il nuovo tecnico della Juventus s'è raccontato a 360° e ha spiegato il motivo che l'ha spinto a intraprendere la carriera di allenatore dopo la fine della carriera da calciatore: "Gli anni che sono stato fermo ho iniziato a studiare e ho visto che questa passione cresceva giorno dopo giorno, il passo di diventare allenatore è stato automatico".

Gli allenatori di riferimento - "Ho avuto la fortuna di avere grandissimi allenatori - prosegue Pirlo -, da Lucescu che è stato il primo passando per Lippi e Ancelotti, poi Conte e lo stesso Allegri. Ho avuto la fortuna di avere dei top mondiali e sono contento di aver lavorato con loro".

Il giudizio di Pirlo su Guardiola - "Guardiola è un esempio per tutti, dimostra e ha dimostrato di essere il migliore o uno dei migliori fin da quando allenava le giovanili del Barcellona. Per un allenatore giovane che inizia ad allenare e ha voglia di proporre un calcio propositivo credo sia il modello da seguire. Poi ognuno ha le sue idee che porta avanti però lui è un simbolo per tutto il movimento calcistico".

Il rapporto con gli ex compagni - Una bella sensazione, forse per loro non è stato facile all'inizio vedermi come allenatore, ma poi in pochissime ore l'hanno capito ed è stato facile cambiare questo atteggiamento.Credo possano darmi una grossa mano, sanno cosa vuol dire giocare nella Juve, cosa vuol dire vincere e lavorare con me negli anni in cui abbiamo giocato con me alla Juventus. Sanno lo spirito che voglio portare a questa squadra, saranno di grosso aiuto".

La differenza tra allenare e giocare - "C'è sicuramente più stress in panchina, sul campo comandavo io e potevo decidere cosa fare con la palla. Adesso posso dirigere, ma poi sono i giocatori a interpretare il calcio. Fare l'allenatore è un po' più difficile. Quando giocavo avevo un tipo di gioco che mi permetteva di decidere certe situazioni mentre adesso lo devo fare fuori dal rettangolo verde".

I nuovi acquisti - "Sono giocatori giovani e di grande qualità, che hanno prospettive di miglioramento. Quando finisce un ciclo è giusto ripartire con gente giovane. Siamo riusciti ad acquistare questi ragazzi e col tempo speriamo possano crescere e diventare grandi campioni come lo sono stati quelli di qualche anni fa".

Cristiano Ronaldo - Sono molto contento di lavorare con lui, è il simbolo del calcio mondiale e averlo tutti i giorni a disposizione, vederlo allenare, fa enormemente piacere a me e a tutta la squadra. Lavora a 35 anni come un ragazzino e ha ancora la stessa passione, è un esempio per tutti".

La Champions League - "E' una competizione in cui sono tutte forti, devi affrontare tutte con la massima attenzione ed entusiasmo. In Champions è molto dura, dipende anche dai momenti. Per me il periodo più difficile è quello di marzo, quando trovi squadre con preparazione diversa e lì devi essere anche fortunato nell'avere un sorteggio un po' più abbordabile".

Quale obiettivo per la Juventus? - L'obiettivo deve essere quello di proporre sempre un calcio offensivo e avere padronanza del gioco. Di andare in ogni stadio per imporre il nostro gioco. Poi che si giochi al Bernabeu o un altro stadio per noi non cambia nulla".

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