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Pjanic: "Dalla guerra al sogno realizzato. Voglio diventare il migliore"

Pjanic: "Dalla guerra al sogno realizzato. Voglio diventare il migliore"
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 13 febbraio 2018, 00:152018
di Simone Bernabei

Nel corso della lunga intervista al The Telegraph Miralem Pjanic ha snocciolato tantissimi temi, non solo legati agli aneddoti di mercato: "Il soprannome 'Pianista'? Mi piace, mi è stato dato per il mio stile di gioco. Non segno molti gol, ma quando li faccio sono molto belli. Più in generale riguarda il mio modo di giocare, come tocco il pallone, il mio stile di passaggio e il mio modo di muovermi. E' un soprannome bello ma voglio dimostrare le cose con i fatti e non con le parole. Il mio passato? Era chiaro che la guerra sarebbe scoppiata, per questo mio padre decise di spostarsi in Lussemburgo in quella che ora considero la mia seconda casa. La guerra è stata durissima soprattutto in Bosnia. La prima volta che sono tornato in Bosnia era il '96 e i segni della guerra erano ben visibili. Ricordo soprattutto i soldati americani che erano là in missione di pace. Sono molto legato alla mia terra, ho sempre vissuto al'estero ma in famiglia parliamo in bosniaco e manteniamo vive le tradizioni. Potevo scegliere se giocare con Bosnia, Francia o Lussemburgo e scelsi la Bosnia. Volevo dimostrare ai più piccoli che un sogno può diventare realtà.

Volevo dare un esempio ai giovani che vivono lì. La mia infanzia? Il mio sogno era fare il calciatore, guardavo mio padre in campo e giocavo con gli amici. E' stata dura raggiungere questo livello, dietro non c'è solo fortuna ma anche tanta determinazione. Andavo con mio padre agli allenamenti e iniziai a giocare nell'FC Schifflange 95. Poi a 13 anni andai al Metz. Il sogno divenne realtà a 17 anni, quando giocai la prima partita da professionista contro il PSG. Il Tottenham? Noi siamo competitivi, affamti e vogliamo vincere la Champions. Ma il Tottenham è una grande squadra. Il mio ruolo? Sono bravo a tenere la palla, la chiedo sempre e cerco di aiutare i miei compagni a fare gioco. Quando firmai per la Juventus, Allegri mi disse che sarei potuto diventare uno dei migliori al mondo in questa posizione. Devo ancora migliorare, ma è ciò che voglio".