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Raiola non crede al progetto Milan. Perché non ci guadagna ancora

Raiola non crede al progetto Milan. Perché non ci guadagna ancoraTUTTO mercato WEB
martedì 12 settembre 2017, 06:452017
di Andrea Losapio

Mino Raiola non ha risparmiato bordate, nel corso della sua intervista alla Domenica Sportiva, parlando soprattutto del suo rapporto con il Milan e con Gianluigi Donnarumma. Il portiere rossonero era già nel mirino dei top club europei, pronti a sborsare una bella cifra. Subito, oppure il prossimo primo luglio. Perché lo scenario, prima del rinnovo - mal digerito - della scorsa estate, era quello di andare verso una cessione. Non certo a parametro zero, perché magari il club acquirente non lo avrebbe pagato al Milan, ma lo avrebbe fatto a Raiola.

RINNOVI E COMMISSIONI - Parlando con i procuratori, tutti vi diranno la stessa cosa. Avere i calciatori in procura, magari una cifra molto alta, non ha più senso. Perché spesso c'è qualcuno che non vive più della percentuale degli stipendi che arrivano nelle casse degli agenti, bensì dalle commissioni per arrivare alla firma di questo e quello. Donnarumma, prendendo 6 milioni di euro all'anno, aiuterà a pagare le spese dell'ex villa di Al Capone di Raiola, ma poco di più. Perché la cifra balla tra i 3 e i 5% (salvo accordi diversi) e 180 mila euro per un procuratore che ha preso 49 milioni per il trasferimento di Pogba. Raiola ha la forza per spostare i propri assistiti e i club riconoscono grandi "meriti" attraverso la commissione.

IBRA, LUKAKU, MA ANCHE VERRATTI E INSIGNE - Nel corso di questa sessione di mercato Raiola ha chiuso alcuni grandi trasferimenti. Lukaku è passato dall'Everton allo United per 85 milioni di euro, non si sa ancora quanti nel portafogli di Raiola. Ibrahimovic è rimasto, è vero, ma nel corso della sua carriera ha fruttato molti dividendi. Matuidi e Niang si sono spostati, dando una mano al procuratore, mentre Verratti è rimasto. E Insigne? Ha scelto di affidarsi a lui, chissà per quale motivo se l'intenzione è quella di rimanere a Napoli per sempre. Insigne ha un contratto fino al 30 giugno 2022, avrà 31 anni, e probabilmente arriverà all'ultimo vero accordo da chiudere in quei giorni. La politica del pallone si muove velocemente, ma ora anche i calciatori - aziende prima ancora che pedatori - conoscono come massimizzare i guadagni.

DONNARUMMA E IL MILAN - Insomma, il grande sconfitto è stato Raiola che, però, ha rintuzzato l'attacco rimanendo comunque il procuratore di Donnarumma. Dall'altra parte c'è il gioco che verrà svolto nel corso dei mesi. Il Milan, se non dovesse raggiungere la Champions League, avrà dei grossi problemi. E con un Raiola che non è proprio il miglior amico della dirigenza, contrariamente ai grandi affari con Galliani (tra Rodrigo Ely, Mattioni o Didac Vila) c'è il grosso rischi di dover andare verso una guerra.