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Samp, Ramirez: "Il gol nel derby una delle cose più speciali. Vi spiego la garra carruba"

Samp, Ramirez: "Il gol nel derby una delle cose più speciali. Vi spiego la garra carruba"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 8 maggio 2020, 23:15Serie A
di Ivan Cardia

Ospite del canale Twitter della Sampdoria, Gaston Ramirez ha risposto alle domande dei tifosi blucerchiati. A partire dal gol segnato contro il Genoa: “Segnare nel derby è stata una delle cose più speciali da quando sono arrivato, uno dei gol più importanti per me. È stato bellissimo vedere i tifosi, con lo stadio pieno: il primo gol nella Sampdoria, un insieme di tante sensazioni che mi ha reso molto felice”.

Come scegliete chi batte le punizioni tra te e Gabbiadni?
“Lui ha più potenza nel calcio, per quello vediamo la distanza. Se è più vicina forse tiro io, se è più lontana calcia lui. Però lui ha un piede molto forte e calcia molto bene”.

Il tuo gol più difficile e più bello?
“Quello al Torino. Per l’importanza del gol, per la sua bellezza, per il momento della squadra: quando metti tutte queste cose insieme ti rendi conto di quanto sia stato utile alla squadra”.

Cos’è la garra charrua?
“I charrui erano i nativi, tosti, duri. Non tanto amichevoli, quindi ci dicono che la garra charrua sia quello che abbiamo dentro, giocare fino alla fine senza considerare perso il pallone, dare sempre il massimo e dare sempre tutto per la squadra, che è una famiglia. Per la nazionale. È quello che sentiamo per il calcio, per la vita, per la nostra gente”.

Cosa ti piace della tifoseria della Sampdoria?
“L’allegria, la positività che c’è tra i tifosi. Ti fanno capire, in ogni partita, nel bene e nel male, che sono sempre accanto a te. Anche quando le cose non vanno come vorremmo tutti, perché tutti vorremo vincere. Finora non ci siamo riusciti, ma loro sono stati sempre con noi, facendoci capire che sono sempre vicini. È una cosa importante, ti fa credere in te stesso e nella squadra”.

Cosa ha rappresentato giocare un mondiale col tuo Paese?
“È un sogno. Da ragazzino non immagini la possibilità di giocarlo, è un sogno molto lontano, che riguarda solo 23 giocatori. È una cosa così lontana che fai fatica anche solo a pensalo. E quando sei lì è un orgoglio immenso poter rappresentare una nazione che vive il calcio in una maniera così intensa come l’Uruguay. Non ci sono parole per descrivere una sensazione così unica”.

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