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Shakhtar, nulla è come prima. A parte l'anima brasiliana

Shakhtar, nulla è come prima. A parte l'anima brasiliana
mercoledì 21 febbraio 2018, 06:302018
di Gaetano Mocciaro

L'anima brasiliana è rimasta. E poche altre cose. Lo Shakhtar Donetsk che affronta la Roma è una squadra differente rispetto a quella del 2011, con altre prospettive non dettate dalla volontà della proprietà e sopratutto senza una propria casa.

A causa della situazione nell'area della Donbass lo Shakhtar è stato costretto a trasferirsi: i giocatori e lo staff vivono a Kiev, capitale e città ideale per vivere e se non altro per covincere i calciatori stranieri a trasferirsi. Lo stadio però è a quasi 500 km: a Kharkiv, in quella che era la casa del Metalist. Quest'ultimo club è caduto in disgrazia in coincidenza con le tensioni avvenute in Ucraina nel 2014: Serhiy Kurchenko, numero uno del Metalist e persona vicina all'allora presidente dell'Ucraina Viktor Yanukovych, si è visto confiscare il club. L'inizio della fine che ha portato Kharkiv a non avere più una squadra (oggi gioca nelle squadre minori).

Lo Shakhtar del 2011 era prospero e seguiva una politica chiara: prendere i migliori prospetti brasiliani, che a loro volta sarebbero stati plasmati a immagine e somiglianza di Mircea Lucescu, all'epoca ben più di un allenatore. Uno Shakhtar che aveva giocatori come Willian, Fernandinho, Douglas Costa e Alex Teixeira, oltre ad altri talenti del calibro di Mkhitaryan e Srna.

Lo Shakhtar del 2018 è sopravvissuto alla situazione della Donbass ma ne è inevitabilmente provato: difficile convincere uno straniero a trasferirsi e non c'è più una figura come Mircea Lucescu mentre il capitano Srna è stato fermato dall'antidoping. Eppure, nonostante tutto, il talento non manca. Lo zoccolo duro brasiliano c'è ancora, ma solo perché si tratta di giocatori arrivati prima dell'inizio delle tensioni: Marlos, Bernard, Taison, Fred. La fortuna dello Shakhtar è stata di prenderli giovani e poter avviare un progettio. Il prossimo pezzo che andrà via è Fred, promesso al Manchester City. Gli altri, su tutti Bernard, sono destinati a seguirlo. E un'impresa contro la Roma è l'occasione per mettersi ulteriormente in mostra.