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Tameze racconta Gasperini: "Mai visti i suoi uno contro uno. L'uomo va seguito ovunque"

Tameze racconta Gasperini: "Mai visti i suoi uno contro uno. L'uomo va seguito ovunque"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 19 febbraio 2022, 15:00Serie A
di Niccolò Pasta

In una lunga intervista concessa a RMC Sport, il centrocampista del Verona Adrian Tameze ha rivissuto il suo arrivo in Italia, all'Atalanta, poco prima che si scatenasse la pandemia per Coronavirus: "All'inizio, come tutti, sapevamo che stava succedendo qualcosa ma non ne misuravamo l'estensione o la gravità. È vero che la città di Bergamo era già stata colpita duramente in quel momento, ma non potevamo immaginare che saremmo finiti tutti in quarantena e che il mondo intero sarebbe rimasto paralizzato. Il fatto di aver giocato questa partita (contro il Valencia in Champions, ndr) e di averla vinta ha portato gioia agli abitanti e ai tifosi, ma eravamo lontani dal pensare che tutto si sarebbe fermato".

Lavorare con Gasperini.
"Ovviamente ho visto subito la qualità dei giocatori in rosa, ma la richiesta dell'allenatore è incredibile. Sta a te adattarti. O lo fai o non lo fai. C'è stato grande rigore in allenamento, attenzione ai dettagli tattici, ha un'idea molto precisa. È vero che se un giocatore non capisce o non fa quello che chiede, non si prenderà il tempo. Non ha tempo. C'erano il campionato e la Champions League. È un po' come "fare o rompere". È proprio questa esigenza che mi ha segnato. La differenza più grande è nell'uno contro uno. Non l'avevo mai visto ad alto livello. Guardo molto calcio in casa, ma non l'avevo mai visto. È un sistema difensivo completamente diverso che a volte va contro tutto ciò che abbiamo imparato prima. Questo è assolutamente il caso. Non ti viene chiesto di difenderti dal tuo compagno di squadra, di non coprire e tutto il resto, no, lì, devi seguire il tuo giocatore ovunque. Se lui cambia lato, lo fai anche tu ed è difficile abituarsi a questi principi all'inizio. Di solito, passiamo gli avversari tra i compagni di squadra in base alle zone. Il singolo richiede una grande capacità fisica, per essere aggressivo".

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