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TMW - I verdetti della stampa. Roma: Pau Lopez un flop. Zaniolo e Pellegrini, il futuro

TMW - I verdetti della stampa. Roma: Pau Lopez un flop. Zaniolo e Pellegrini, il futuroTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 3 agosto 2020, 14:00Serie A
di Dario Marchetti

Tempo di verdetti. Di bilanci. È finito il campionato di Serie A 2019/2020: la Juventus ha vinto il suo 9° Scudetto consecutivo, mentre Inter, Lazio e Atalanta hanno centrato la Champions League. Quinto posto per la Roma, ma non è tutto qui: Tuttomercatoweb.com ha deciso di interpellare quattro firme per ogni piazza di Serie A per i verdetti stagionali. Chi è stato il migliore? Chi il peggiore? Chi la rivelazione? E da chi ripartire?

Il migliore
MARCO CALABRESI, Corriere della Sera - Dzeko. In passato criticato ma a mio avviso uno dei centravanti più forti della storia della Roma. Ingaggio pesante, ma più pesante l'impatto che può e deve continuare ad avere sulla Roma.
GIORGIO MAROTA, Corriere dello Sport - Veretout. Rappresenta il giocatore totale che spesso è mancato alla squadra. Sa fare bene le due fasi, era fondamentale nel vecchio modulo e ora è indispensabile con il nuovo assetto perché fa sia l’incontrista che il regista. E’ il migliore acquisto degli ultimi anni, non solo di questa stagione. Inoltre è un ottimo rigorista e fisicamente è sempre stato bene durante tutta la stagione. E’ il giocatore che rappresenta meglio la Roma di Fonseca.
DARIO MARCHETTI, Tuttomercatoweb.com - Smalling. Come si dice in questi casi, le cose belle non durano mai abbastanza. Arrivato in prestito secco e con grande scetticismo intorno all’operazione, Chris si è rivelato da subito un giocatore importante e il migliore della stagione di Serie A appena conclusa. Determinante da subito (non era scontato venendo dalla Premier League) e diventato senatore in poco tempo, la sua assenza in Europa League si farà sentire.

La delusione
MARCO CALABRESI, Corriere della Sera - Pastore, e non solo per il rapporto tra stipendio e minuti giocati. A inizio stagione sembrava poter essere l'anno del suo rilancio, anche perché il 4-2-3-1 che usava Fonseca poteva essere un sistema di gioco adatto alle sue caratteristiche. Invece niente da fare, e un ingaggio fuori mercato per chiunque.
GIORGIO MAROTA, Corriere dello Sport - Pau Lopez. E’ costato tanto e 23 milioni sono molti per un portiere. Doveva essere un baluardo, ma non ha dato la sensazione che potesse conferire sicurezza alla squadra o sostituire Alisson. Pau Lopez non è quel portiere che ti porta punti e quando il secondo (Mirante) dà più sicurezza del primo, qualcosa vuol dire. Alla sua età doveva essere già pronto e non si vista neanche tutta la qualità nei piedi di cui si parlava.
DARIO MARCHETTI, Tuttomercatoweb.com - Pau Lopez. Arrivato a Roma con l’etichetta del portiere più pagato della storia del club (23 milioni), non ha rispettato le aspettative. Se fino al lockdown le amnesie tra i pali erano stato contenute (vedi il derby di ritorno con la Lazio), dopo il Covid le mancanze sono state maggiori e la differenza con Mirante si è notata subito nel momento in cui è stato chiamato in causa il secondo portiere giallorosso. Non è un caso che Baldini stia cercando già il migliore offerente in Premier League.

La rivelazione
MARCO CALABRESI, Corriere della Sera - Ex aequo Ibanez-Bruno Peres. Ne indico due perché sono stati rivelazione per motivi diversi. Ibanez era stato un mistero, dimostrando poi di avere grandissime qualità, quelle di un difensore giovane ma completo. Bruno Peres perché da molti (se non addirittura da tutti) era considerato un ex giocatore: tornando a fare il professionista, invece, ha fatto capire di poter dare ancora qualcosa alla Roma.
GIORGIO MAROTA, Corriere dello Sport - Bruno Peres. E’ arrivato da nono terzino e Fonseca li ha alternati tutti. Con il nuovo modo il brasiliano si è esaltato giocando 9 partite su 12 dopo il lockdown. Anche fisicamente ha dimostrato di essere sul pezzo. Era arrivato da esubero, ma non solo Bruno Peres ha dimostrato che il giudizio su di lui era sbagliato, ma anche di essere il titolare. Piace a Fonseca perché punta l’uomo, va sul fondo e regala alla Roma la superiorità numerica che tanto vuole il portoghese a centrocampo.
DARIO MARCHETTI, Tuttomercatoweb.com - Mkhitaryan. Per esperienza e palmares non dovrebbe essere la rivelazione della stagione, ma dopo un avvio pieno di infortuni e l’arrivo da un campionato diverso come quello inglese, si è trasformato in una stupenda sorpresa per la Roma. Il 2020 ha mostrato quanto l’armeno possa dare alla squadra. Nove gol, sette assist e una posizione (nel nuovo modulo) che ne esalta le qualità per un calciatore che si è rivelato imprescindibile.

Da chi ripartire
MARCO CALABRESI, Corriere della Sera - Zaniolo: l'assalto sul mercato, specialmente se dovesse giocare una buona fase finale di Europa League (e se la Roma arrivasse in fondo) sarebbe inevitabile. Ma se c'è un giocatore che per età, qualità, storia e anche attaccamento alla maglia, deve essere il punto di ripartenza, quello è Zaniolo. Subito dietro, Pellegrini.
GIORGIO MAROTA, Corriere dello Sport - Pellegrini. Zaniolo sicuramente, ma voglio anche andare oltre. Pellegrini è determinante per la Roma e lo abbiamo visto quest’anno soprattutto nelle migliori partite della Roma come a Firenze. Lì abbiamo visto il Pellegrini che tutti si aspettano e che trascina la squadra. Quando vedo la Roma giocare bene, vedo anche Lorenzo giocare a calcio. Bisogna dare fiducia a questo ragazzo che in questi anni sta crescendo con un peso troppo grande sulle spalle. I tifosi cercheranno sempre un nuovo Totti o un nuovo De Rossi, ma Pellegrini andrà protetto di più di quanto la Roma non abbia fatto con Florenzi. Bisogna levargli dalle spalle questo peso e dargli la possibilità di liberare la sua fantasia. E’ lui l’uomo da cui ripartire. Se c’è un uomo che può guidare la Roma, quello è Pellegrini.
DARIO MARCHETTI, Tuttomercatoweb.com - Zaniolo. Dovrà essere il futuro della società a prescindere dalla proprietà che ci sarà. La rottura del legamento crociato ne ha solo rallentato la crescita, ma è intorno a Nicolò che va costruita una squadra in grado di supportarlo e di alzare l’asticella del club per evitare che con il tempo Zaniolo possa pensare di andare a crescere da altre parti.

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