Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

TMW RADIO - Ag. Rugani: "Gli sono serviti 30 giorni per guarire. Questa cosa mi fa riflettere"

TMW RADIO - Ag. Rugani: "Gli sono serviti 30 giorni per guarire. Questa cosa mi fa riflettere"
© foto di Daniele Andronico
martedì 21 aprile 2020, 20:02Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Davide Torchia, procuratore, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
00:00
/
00:00

Davide Torchia, agente del difensore juventino Daniele Rugani tra gli altri, si è collegato in diretta con TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto, per fare un punto sulle condizioni del suo assistito ma più in generale del calcio italiano: "Sappiamo che il mondo del calcio è fatto anche da professionisti che, per dire, portano il pane a casa e lì ci sono difficoltà molto grandi. Con meno soldi è complicato mettere in sicurezza, non credo in C riescano a farlo come i club di A. E poi si dice che sono dei privilegiati, ma lo è anche chi fa spettacolo, i piloti di Formula 1... Queste sono leggi di mercato. Ci sono tanti interessi economici, ma non è che arrivano dall'oggi al domani, è un po' come i politici che si fanno eleggere perché riescono a raccogliere milioni di voti".

La FIFA ha sollevato la questione dei prestiti e delle scadenze contrattuali al 30 giugno. Può prevalere il buonsenso?
"Io capisco, l'avvocato della FIFA ha detto una cosa giusta, evidenziando cosa giuridicamente può succedere, secondo quello che dicono i regolamenti. La FIFA dà delle direttive, poi ogni federazione calcistica dei vari paesi aggiusta le varie norme, a meno che non si contrappongano coi dogmi della FIFA. Il regolamento dice che al 30 giugno chi è in prestito torna al club d'appartenenza, e a chi scade il contratto che non gioca più. Normale che dicano così, poi si metteranno seduti e valuteranno, andando anche a tutelare i diritti di chi ha ad esempio molti prestiti in rosa. Ancora tanto non si sa neanche la data ufficiale del fischio d'inizio. Domani gli organi del calcio con Spadafora decideranno se iniziare gli allenamenti al 4 maggio, e da quello step poi andranno avanti volta per volta".

Non ci sono dati sui danni economici, non si sa se il Governo interverrà, se i diritti tv saranno ridiscussi, se il Fair Play si blocca un anno e poi riparte, e tanto altro. Però si sente solo "la stagione deve essere finita". Manca lungimiranza?
"Sono convinto che chi deve pensare a queste cose debba farlo mattina e sera, così come vale per le linee guida del Governo. Le domande hanno bisogno di risposte, e ancora non si sanno. Prima di tutto, pensando al danno, secondo me le società già lo sanno, semplicemente ancora non hanno scritto un documento programmatico. Dovendo ripartire, serve capire anche cosa ci è successo, e poi mettere delle regole. Lo sport americano, per esempio, ha un grandissimo vantaggio rispetto a noi, sono meno collegate al campanile, e le squadre cambiano spesso nomi e città. Da noi invece ci sono paletti e palettini, mi piacerebbe mettere a confronto i contratti dei calciatori con quelli dell'NBA. Per me possono fare di più, hanno tutto più largo, mentre noi siamo indietro anni luce. Ci vorrebbe qualcuno che programmi queste cose: se hai la casa, dopo vediamo cosa mettere a tavola, ma senza di quello, e intendo stadi, centro sportivi che rendono la situazione del club inattaccabile per 100 anni, dopo puoi capire anche il resto. Purtroppo in Serie A, non per volontà dei club ma per laccioli vari, metà delle squadre non ha un centro sportivo né le strutture. E fino a dieci anni fa ce n'erano ancora meno. Andiamo in Inghilterra o in Danimarca e ci vergogniamo. Abbiamo anche meno spazio, ma questo si trova. Non credo che non si trovi... Sono vent'anni che si sente parlare del centro sportivo della Fiorentina o del loro stadio nuovo. Ero piccolo che dovevano fare lo stadio della Roma, tra poco vado in pensione. Al di là delle categorie, siamo messi così: dovunque vai, rispetto a noi è una roba devastante. Da lì costruisci le basi per tutto quanto. La Juventus ha fatto un'ottima operazione, tirando fuori uno stadio da 44.000 persone e ne parlano tutti come se fosse il Colosseo, ma in tempi moderni dovrebbe essere la normalità. Con Atalanta e Udinese abbiamo gridato al miracolo. Non sembra: ora è meglio avere uno stadio di proprietà che un centravanti in più".

La malattia di Rugani è stata davvero lunga.
"Oggi sta benissimo, anzi è tra chi è più pronto. Non avendo avuto sintomi, per lui è stata solamente una quarantena di isolamento. Sta bene. La cosa che mi ha fatto riflettere è che una persona come lui, super controllata, avesse 37.4 di febbre e il tampone positivo il giorno dopo, abbia avuto bisogno di trenta giorni per stare bene. Abbiamo capito che due settimane spesso non bastano, e questo fa paura anche per le nostre vite. Mi ha fatto riflettere".

Difficile anche farsi fare dei tamponi.
"La Juve e altre squadre hanno protocolli di sicurezza e l'hanno dovuto fare. Una volta che trovi un positivo, poi, devono farlo anche gli altri. Rugani sta aspettando che gli portino l'attrezzatura a casa, aspettano tutti quanti di poter ricominciare".

La soluzione di spalmare la stagione sull'anno solare la convince? Quando si farebbe il mercato?
"Se spezzi l'anno, parliamoci chiari: non cambia nulla. Ne fai uno a giugno in mezzo al campionato e poi al termine dell'anno solare. Il mercato di giugno diventerebbe quello di riparazione, e viceversa a gennaio il mercato principale. Penso che Galliani l'abbia detto per non perdere totalmente quest'anno".

Quanto è importante avere la squadra, con scuola calcio e giovanile, anche nei singoli paesini?
"Questa è stata un po' la nostra forza. Vediamo delle nazioni, come l'Uruguay, che non sono molto popolose ma che producono campioni e le cui nazionali vincono tanti trofei. Che dire? Hanno lavorato bene. Hanno curato i settori giovanili e tirato fuori il meglio. Ognuno ha le proprie caratteristiche ma il lavoro alla base è fondamentale. I nostri a 20 anni giocano ancora in Primavera, a 21 magari fanno cinque partite in prestito, e poi due anni dopo si scopre il vero valore. Il talento si sviluppa molto nelle categorie minori, nelle rivalità tra province nasce tutto questo. E già c'è una brutta botta, perché i bambini di Mantova oggi vedendo la tv tifano addirittura il Barcellona, ma il Mantova no".

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile