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TMW RADIO - AIC, Calcagno: "Fallimento unica àncora per il Vicenza"

TMW RADIO - AIC, Calcagno: "Fallimento unica àncora per il Vicenza"TUTTO mercato WEB
© foto di Emiliano Crespi
giovedì 18 gennaio 2018, 22:232018
di Simone Lorini

Umberto Calcagno, vice presidente AIC, sul fallimento del Vicenza e sulla corsa di Tommasi alla presidenza FIGC e sulla riforma dei campionati: "Non è una notizia positiva che il Vicenza sia fallito, ma visto il contesto in cui stava andando avanti, forse è l'unica ancora di salvezza, con l'esercizio provvisorio. Qualcuno dopo l'asta fallimentare potrebbe dare continuità all'azienda ed evitare di falsare un campionato. A Vicenza ci sono ragazzi da elogiare per il comportamento tenuto, ad oggi sono in molti quelli che stanno riflettendo sulla prospettiva di una continuità aziendale. Si può immaginare che l'azienda Vicenza sia comunque appetibile, è una città che vive molto di calcio, con una media abbonati di alta Serie B e diciamo che oggi stanno un po' meglio rispetto a ieri, anche se ne hanno passate molte".

La vicenda del Vicenza si inserisce in un momento politicamente delicato per il calcio italiano e non può essere messa in secondo piano:
"Non serviva questo ennesimo stato di disastro finanziario, c'è un problema strutturale. Quello che abbiamo contestato è partire dal numero di squadre per capire la sostenibilità del sistema. Ci siamo resi conto che le nostre norme, pur migliorate, non sono sufficienti. Riformare i campionati non vuol dire dare i numeri su dei campionati, perché nessuno può conoscere la sostenibilità del mondo calcio".

A livello di programmi tra Tommasi, Sibilia e Gravina non sembra esserci accordo su questo punto:
"E' una situazione che non è mai stata affrontata. Il percorso della Lega Pro degli ultimi anni è virtuoso, ma anche nel programma di Sibilia si fa cenno a queste situazioni. Abbiamo tutti coscienza che sia un'esigenza di sistema, ma degli strumenti che a noi servono bisognerà discuterne. Le squadre di calcio di Serie C non vanno necessariamente ridotte, serve capire semplicemente quali e quante squadre possono fare a livello professionistico".

Sembra che si ragioni a compartimenti stagni tra le varie serie:
"Litigare tra quante promozioni e retrocessioni, mutualità, etc, non ha senso, vuol dire parlare solo di soldi. Non può essere l'unico presupposto per ragionare sulla riforma dei campionati, ci deve essere anche un contesto sportivo".

Una percentuale di elezione per Tommasi?
"Con tre candidati è molto difficile, conterà molto chi arriverà al ballottaggio".