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TMW RADIO - Asta: "Credo che Belotti voglia rimanere al Torino e diventare un'icona"

TMW RADIO - Asta: "Credo che Belotti voglia rimanere al Torino e diventare un'icona"
© foto di Filippo Venezia/Fotolive
lunedì 14 settembre 2020, 18:33Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Antonino Asta intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore ed oggi allenatore Antonino Asta si è collegato in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, cominciando dall'ultima esperienza al Torino nello staff di Moreno Longo: "Quando ti ritrovi in una situazione come quella del Torino, in cui c'erano obiettivi diversi da quella che poi è stata solo una salvezza, iniziano ad innescarsi una serie di situazioni che purtroppo diventano tutte negative. Venirne fuori, resettare non è semplice, così come far capire che l'obiettivo è diverso. Si tratta del minimo sindacale, che poi è diventato obiettivo primario raggiunto, pur nella sofferenza".

C'è qualcosa su cui avvertite rimpianto, a livello di staff?
"Assolutamente. Comunque per la squadra, i giocatori e i nomi che avevi, dovevi e potevi fare di più. Pur ereditando una situazione negativa in ogni senso. Ne avevamo parlato sia durante che dopo le partite, a bocce ferme. Una cosa ben precisa o specifica non è venuta fuori, ma non c'è dubbio che, a mio avviso, durante il lockdown, nei venti giorni prima di ricominciare il campionato, ci siamo trovati una squadra corta anche numericamente. Questo è stato uno dei principali motivi di rammarico, non averci potuto lavorare settimana dopo settimana, perché nel lockdown comunque qualcosa è venuto fuori".

Che ambiente ha (ri)trovato al Toro?
"Io vivo a Torino, come anche Longo. Il termometro lo avevamo sempre, conosciamo bene l'ambiente granata, quello che pretende e che chiede. Si veniva da una stagione esaltante, con il record di punti e delle aspettative elevate dopo il girone di ritorno. Venendo meno le aspettative, anche la gente ha pensato che si fosse cambiato. Il Toro poi ha bisogno di qualcosa sempre diverso, amore e passione per i colori e la storia della squadra. Il lockdown non ha aiutato: sapete quanto aiutino i tifosi granata, dodicesimo uomo in campo. Con Giampaolo hanno optato per svoltare totalmente a livello tecnico e tattico. C'è l'idea di cambiare radicalmente, e questo può provare a far tornare anche la passione dei tifosi. Sono comunque i risultati a fare la differenza".

Belotti con voi ha segnato 7 gol in 12 partite. Cos'è scattato in lui?
"Anche Zaza veniva da periodi in cui giocava poco ed ha invece saputo segnare, lo stesso Verdi... Ad alcuni giocatori siamo riusciti a far tirare fuori il massimo. Belotti è un valore aggiunto, si è trovato bene con l'allenatore e il nuovo staff, poi è anche uno che dà tutto... In generale ringrazieremo sempre i giocatori per essersi messi a disposizione in un momento difficile. L'idea di Longo è stato arretrarlo un po' assieme a Verdi e lasciare Zaza più avanti. Aveva bisogno di ritrovarsi, e infatti poi non si è fermato più".

Cosa è meglio per il suo futuro?
"La domanda lo accompagna da sempre. Due anni fa aveva una grande opportunità ma la mia sensazione è che voglia diventare un'icona del Torino, visto anche il legame che c'è. Per me è una storia che continuerà ancora per tanto tempo, rendendo un simbolo del Toro. Credo che entrerà nella storia del club, piano piano lo sta già facendo: la gente vive per lui, e Belotti stesso richiama le caratteristiche che i tifosi chiedono ai giocatori granata".

Lavorerà ancora insieme a Longo o tornerà a provarci in solitaria?
"Era un'esperienza che mi mancava. Mi sono calato in quella situazione in cui ero diventato parte integrante sua, la vivevo da tifoso. Nei momenti in cui non andavamo bene, non si dormiva la notte perché volevamo lasciare un bel ricordo. Con Moreno ci sentiamo spesso, e chissà: vedremo cosa capiterà. In questo momento non c'è un preciso indirizzo sul domani".

Otto anni dopo, ha trovato un Cairo diverso da quello che conosceva?
"Penso di sì: è cambiato. Come tutte le persone intelligenti, capiscono gli errori: il primo Cairo cambiava molti allenatori e forse voleva fare tutto lui, mentre ora ha iniziato a delegare, dando maggiore fiducia ad allenatori e direttori sportivi. Un uomo più all'interno del mondo granata. Ha ricevuto molte critiche nell'ultimo anno e non è facile, ma mi ha dato la sensazione di aver imparato dagli errori ed essere cresciuto".

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