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TMW RADIO - Beretta: "Italiani apprezzati, guardate De Zerbi. Spero in Biancu per il Cagliari"

TMW RADIO - Beretta: "Italiani apprezzati, guardate De Zerbi. Spero in Biancu per il Cagliari"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 9 agosto 2021, 19:28Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
Mario Beretta ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L’allenatore e dirigente Mario Beretta è intervenuto a TMW Radio, durante la trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: “All’estero l’allenatore italiano spesso è percepito in maniera negativa, ma alla fine vengono a cercarci! Ci sono italiani che hanno vinto e migliorato campionati, all’estero. Guardate lo Shakhtar che ha preso De Zerbi per fargli fare la Champions: significa che la scuola italiana è apprezzata perché di livello. Sia per la nuova generazione che per quella precedente. Il ricambio è continuo”.

Col pubblico vedremo un campionato diverso?
“Sono state dette tante cose sulla mancanza del pubblico e l’”aiuto” che può aver dato a certe squadre in piazze esigenti. Sicuramente si ritorna alla quasi normalità ed è giusto sia così. Lo sport va vissuto tutti assieme, dagli atleti allo staff fino agli spettatori, compresi. La cornice di pubblico dà qualcosa in più: vedere le partite senza, così come le Olimpiadi, è stato brutto”.

Secondo lei i cinque cambi saranno mantenuti?
“Giusto portare le sostituzioni a cinque, dopo tutti i problemi è stato un passaggio fondamentale. A questo punto verrebbe da chiedersi perché non continuare, visto che gli impegni sono tanti, soprattutto per chi fa le coppe”.

Per un allenatore che significa avere cinque cambi?
“Non credo ci sia una deresponsabilizzazione, quanto la possibilità di avere opzioni in più. Mi ricorda quando si passò dai 18 uomini tra campo e panchina a 23”.

Che ne pensa di quanto accaduto al Chievo?
“Da un punto di vista personale mi dispiace, ho un ricordo davvero positivo di questo club, che ha fatto la storia della Serie A e dimostrato di avere una solidità di un certo tipo. Per sapere le cose bisogna stare dentro, ma erano anni che sui giornali si parlava di problemi… Un grosso dispiacere, erano il simbolo del quartiere che arriva a giocarsela coi più grandi”.

Un suo ex giocatore, Gorini, allena il Cittadella. Secondo lei è pronto?
“Da anni ormai il Cittadella si dimostra una di queste piccole realtà, che sanno mantenersi su certi livelli. Vuol dire avere visioni molto precise. Avendo una società del genere alle spalle, chiunque allena lì ha un vantaggio. Tra l’altro Gorini conosce molto bene la piazza e mi fa piacere: a Varese ho fatto 3 anni con lui, un ragazzo straordinario e di cultura, è laureato”.

Che ne pensa del PSG spendaccione?
“In questo momento di cambiamento hanno potuto intervenire pesantemente senza problemi. Questo comunque non significa vincere”.

Quanto serve ancora, da un punto di vista politico, al calcio italiano?
“Dopo questo anno e mezzo, parlando soprattutto dei più giovani, bisogna intervenire in modo deciso. Già prima c’era un abbandono precoce, una buona percentuale di ragazzi che lasciavano presto lo sport, e con la pandemia sono aumentati. Bisogna recuperarli culturalmente e farli riavvicinare allo sport. Toccherà alle società di base ma anche a noi allenatori far sì che ritrovino entusiasmo, passione e voglia di tornare a giocare. Io sono stato insegnante di scuola per tanti anni, la politica deve far sì che nelle scuole ci sia un’attività motoria tale per cui i ragazzi non vadano in difficoltà e riescano ad apprezzare lo sport”.

Basteranno le Olimpiadi a risvegliare certi tasti dolenti?
“La mia è più che altro una speranza. L’ho avuta anche in altri momenti ed è stata disattesa…”.

Perché le riforme vengono sempre rimandate?
“Mi sembra che Gravina abbia mandato un messaggio preciso e deciso, non si può più aspettare”.

Nel Cagliari si potrà vedere con continuità Biancu?
“Me lo auguro, Roberto è stato uno dei ragazzi che abbiamo cresciuto. Al primo anno faceva i Giovanissimi, parlo di 5-6 anni fa… Ha bruciato le tappe ed esordito in Primavera molto giovane, poi in Serie A. Come spesso succede, ha avuto un leggero calo ma ci sta. Nelle ultime stagioni di Serie C però ha fatto benissimo, considerate che è un 2000 e che ha già più di 100 partite da professionista. Ha le qualità per fare davvero bene”.

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