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TMW RADIO - Dott. Brozzi: "Crociato ko per diversi motivi"

TMW RADIO - Dott. Brozzi: "Crociato ko per diversi motivi"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 25 settembre 2017, 15:152017
di TMWRadio Redazione

Ospite sulle frequenze di 'TMWRadio', il dott. Mario Brozzi, attuale coordinatore sanitario del Milan, ha commentato i recenti infortuni al crociato di Milik e Tumminello:

"Oltre all'infortuni di Milik e Tumminello bisogna ricordare anche quello di Andrea Conti. Sono tutti ragazzi molto giovani e possono superare questo momento per tornare sugli stessi livelli precedenti all'infortunio. La rottura del crociato è mortificante e avviene a ciel sereno. Ho vissuto in diretta il ko di Andrea: improvvisamente, facendo una torsione, il piede è rimasto bloccato sul terreno ed è saltato il crociato anteriore. Con buona approssimazione, le cause di questo infortunio sono multifattoriali e sono molteplici: la crescita professionale, le tante partite da affrontare, l'aumento dell'intensità e della velocità del calcio e la gestione settimanale dell'atleta. Inoltre si ritiene che c'è anche una predisposizione genetica e individuale a questo tipo di problema".

La riabilitazione di Milik:

"Milik ha il vantaggio di aver già affrontato lo scorso anno questo percorso. Sa l'iter che lo attende. In un recupero è importante il supporto psicologico. Per quanto mi riguarda, mi ricordo dell'infortunio e dell'operazione di Emerson alla Roma. Lui era appena arrivato e non parlava neanche benissimo l'italiano, ma nonostante ciò si è fidato della società e di noi. Molte volte si crea un'empatia fondamentale tra medico e paziente, che così può godere di una cura in più, un'arma aggiuntiva".

I tanti infortuni possono essere causati dalle troppe partite che si giocano?

"I tempi e i ritmi sono rapportati ai costi che servono per gestire questo sport. Le tante gare che si giocano sono un rischio calcolato. Noi stiamo facendo un grande sforzo, sopratutto a livello di prevenzione. Consideriamo i giocatori come vetture di Formula 1 e usiamo la telemetria, incrociata con degli algoritmi, per cercare di creare dei dati e prevenire i problemi fisici. Delle volte ci si riesce, altre no. Ancora siamo distanti nel mettere in sicurezza queste vetture: prima o poi ci riusciremo".