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TMW RADIO - G. Fontana: "Niente paura, Pioli ha il Milan in pugno. Conte? Mi aspettavo di più"

TMW RADIO - G. Fontana: "Niente paura, Pioli ha il Milan in pugno. Conte? Mi aspettavo di più"
© foto di Giuseppe Scialla
venerdì 6 novembre 2020, 18:36Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Gaetano Fontana intervistato da Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Gaetano Fontana si è collegato in diretta con Stadio Aperto, trasmissione in onda su TMW Radio, condotta da Niccolò Ceccarini e Francesco Benvenuti. "Sicuramente ci aspettavamo qualcosa in più, lui è uno di quelli che incidono da subito e danno fisionomia alle proprie squadre. Chiaro che c'è da contestualizzare il lavoro e la programmazione, visto il periodo che stiamo vivendo che va a condizionare prestazioni di singoli e anche di collettivi. Non per dare giustificazione, ma è un dato sul quale prestare attenzione".

Possibile che per Eriksen non ci sia posto?
"Porto la mia esperienza: io sono nato trequartista nel momento in cui però il Sacchi-pensiero si insinuava in tutti gli allenatori italiani, e il classico 10 veniva tenuto meno in considerazione. Ho dovuto ritagliarmi uno spazio: da trequartista a mezzala, finendo davanti alla difesa. Per ogni cosa ci vuole tempo: Eriksen nasce trequartista, gioca per spaccare le difese. Ha nelle corde qualsiasi ruolo, anche play o mezzala, ma la domanda è: l'Inter e Conte hanno il tempo?".

Deve adattarsi lui?
"Non sono assolutista, ci sono giocatori che hanno caratteristiche per cui vanno bene a certi allenatori. C'è chi ama giocare col trequartista e col rifinitore, penso ad esempio al discorso tattico che porta avanti da anni Giampaolo, e chi no. Deve imparare a fare la mezzala, o un play che sappia dare un raccordo di qualità. Chi gioca sulla trequarti è poco incline alla fase di non possesso, ma a certi livelli non puoi trascurarla. Anche il giocatore dovrebbe essere più disponibile...".

Bakayoko era la pedina che mancava nel centrocampo del Napoli?
"Al pensiero tattico di Gattuso, per passare al 4-2-3-1, mancava uno con le sue caratteristiche. Avendolo conosciuto al Milan l'ha voluto prendere e ha fatto bene, incastrandolo alla perfezione nel sistema tattico e negli equilibri di gioco".

Emerson Palmieri completerebbe l'organico di Gattuso?
"Purtroppo c'è Ghoulam che ha pagato tanti infortuni, e con Mario Rui come unica altra alternativa, ci vuole un interprete che sia adeguato per sorreggere il lavoro di quattro attaccanti davanti".

Cosa dire dopo la sconfitta di ieri del Milan?
"Non c'era nessuno fin qui che avesse disatteso le aspettative: un blackout, a livello fisiologico, ci può stare. Giocando ogni tre giorni, senza aver fatto un ritiro come al solito, portano a questi alti e bassi. A mio avviso non è così preoccupante: c'è da riflettere e lavorare, ma è una partita. Pioli ha la situazione pienamente in mano, l'ha dimostrato e saprà superare questo momento".

Quanto ci vorrà a Tonali diventare titolare inamovibile del Milan?
"Non è una condizione negativa, questa, per Tonali. Essere dentro sin da subito sarebbe stato un carico di responsabilità eccessivo: ha tempo per imparare, deve pazientare e prendere tutto ciò che Pioli può aggiungere alle sue potenzialità".

Forse neanche battere il Parma può salvare la panchina di Iachini...
"Eh, a me è capitato a Caserta dopo un derby vinto e dieci risultati utili consecutivi... Ci sta (ride, ndr). Quanto sta vivendo Iachini non è assolutamente semplice, a me dispiace perché stimo tantissimo Beppe e mi auguro che si sistemi tutto ma anche lui sa che l'allenatore, di questi tempi, può vivere una situazione del genere".

Possibile un tridente in questa Fiorentina?
"Penso di sì, anche se va guardato cosa dice la carta d'identità. Ribery e Callejon sono due interpreti perfetti, hanno nelle corde certe giocate... L'obiettivo di Iachini ora non è solo quello di vincere ma di convincere, il risultato deve essere portato avanti dalla prestazione. Pensare ad un cambio di modulo potrebbe essere un'idea".

Amrabat è una mezzala o un play?
"A Verona ha dimostrato che ha bisogno di spazio, è dinamico, ama muoversi box-to-box e coprire un raggio di campo abbastanza ampio. Relegarlo in quel ruolo e in quella zona di campo (da play, ndr) mi pare un po' riduttivo. Sempre difficile comunque andare ad individuare precisamente perché stiano arrivando certi risultati".

Domanda da un ascoltatore: Castrovilli le somiglia?
"Avrei voluto somigliargli, avrei fatto un altro tipo di carriera! (ride, ndr) Lui non ha dovuto vivere il mio stesso percorso, perché ho dovuto trasformarmi e cercare una nuova identità, mentre lui sta già mostrando il suo grande potenziale: sono certo che continuerà a crescere per dare tanto a Fiorentina e Nazionale. Sicuramente è superiore a me".

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