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TMW RADIO - Maddaloni: "Non so se rifarei Siena. Capisco Cannavaro, troppi pregiudizi"

TMW RADIO - Maddaloni: "Non so se rifarei Siena. Capisco Cannavaro, troppi pregiudizi"
© foto di DIP FABIO Ufficio Stampa Acn Siena
mercoledì 29 dicembre 2021, 18:56Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
Massimiliano Maddaloni intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Massimiliano Maddaloni, reduce dall'esperienza sulla panchina del Siena, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista inizia dalla classifica di Serie A: "Il girone d'andata all'inizio ha detto cose diverse dalla fine: l'Inter di Inzaghi non sembrava all'altezza di quella di Conte e non è così, Milan e Napoli sembravano fare un campionato a se stante mentre oggi sono dietro e invece la Juventus invece ha confermato i problemi di inizio stagione".

Come si pone sulla questione dei calendari troppo affollati?
"Questo mondo calcistico è fatto di televisioni che hanno portato sì più soldi ma anche logiche di molte partite e competizioni in un anno. Questo va a discapito di intensità e capacità di ogni singolo atleta. Il nostro mondo poi però deve imparare a gestire meglio i gruppi: il risultato troppo spesso conta più che mettere in panchina chi avrebbe bisogno di rifiatare".

La Juventus deve ricominciare con Dybala?
"Sono convinto che se non ha ancora firmato, un motivo ci sarà. Forse hanno già deciso, in un senso o nell'altro: la mia sensazione è che Dybala non farà parte del futuro della Juventus, altrimenti avrebbe già rinnovato. Questa però è una mia opinione personale".

Più rimpianti che soddisfazioni reciproche tra Dybala e la Juve?
"Dybala è arrivato alla Juventus in un momento in cui c'era un gruppo talmente forte che l'alternanza di grandi giocate a partite anonime venisse supportata, oggi invece fa più fatica. Ti può far vincere le partite ma capita anche che non riesca ad esprimersi. Penso siano più i rimpianti: poteva essere più continuo e non lo è stato".

L'attacco stenta in generale.
"Senza Ronaldo hai perso 30 gol e non è facile recuperarli se in seno alla squadra non lo sostituisci con qualcuno che te ne garantisca almeno la metà. Lo scorso anno la Juve è arrivata quarta con i gol di Ronaldo, oggi fa più fatica".

I tempi sono maturi per vedere Cannavaro in panchina in Serie A?
"Dato che ha allenato in Cina si ha sempre la sensazione che non sia pronto. In qualsiasi altra parte del mondo invece c'è più facilità a far allenare i giovani, quelli che hanno imparato dai grandi allenatori. Per me ha tutta la possibilità di allenare nel campionato italiano e nelle sue parole ho letto il rammarico di non aver potuto allenare la Fiorentina, oggi sarebbe contento di essere là".

Avvertiti questi pregiudizi nell'esperienza a Siena?
"Assolutamente sì. Ho trovato diffidenza e un modo sbagliato di giudicare. Io ho un iter di 21 anni, ho iniziato in Italia e solo perché nella mia seconda parte avevo accettato di fare il secondo a Lippi in Cina, quando sono tornato in Italia sembrava non avessi mai allenato ma la verità è che l'estero è una cosa che ti completa".

Il problema come si risolve?
"Ultimamente sono stato a fare lezioni di formazione a Coverciano e il punto era che allenatori non si nasce ma si diventa, con l'esperienza. Prendo l'esperienza di Marco Rossi, ct dell'Ungheria, che se oggi dovesse tornare in Italia sarebbe considerato diversamente. Questo succede anche coi giocatori: oggi leggevo di Giovinco e delle sue dichiarazioni. Vuoi o non vuoi, nonostante abbia fatto benissimo in campionati stranieri, per il calcio italiano è scomparso. Su questo dobbiamo crescere".

Rifarebbe sia l'esperienza in Cina che poi quella al Siena?
"Per quanto riguarda il sì a Lippi dico che è stata un'esperienza eccezionale, formativa, che mi ha fatto stare ogni giorno a contatto con l'allenatore italiano che ha vinto di più. Sono stati otto anni che rifarei. Siena pensavo fosse la scelta più giusta per ripartire e invece è risultata quella più sbagliata. Non potevo rifiutare ma quando sono arrivato mi sono reso conto che problemi ce n'erano e tanti. Oggi ci penserei di più".

Chi il giocatore che l'ha più impressionata in questi primi mesi di Serie A?
"Direi Vlahovic, dimostra di essere un signor goleador ma anche di avere una personalità molto forte. A Firenze ha una situazione non facile ma gioca ogni partita da calciatore vero, è quello che più mi ha impressionato".

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