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TMW RADIO - Mirabelli: "Milan, basta pensare al passato. Rangnick dipende dalla nostra cultura"

TMW RADIO - Mirabelli: "Milan, basta pensare al passato. Rangnick dipende dalla nostra cultura"TUTTO mercato WEB
venerdì 12 giugno 2020, 18:59Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Massimiliano Mirabelli ai microfoni di Francesco Benvenuti, Raimondo De Magistris e Niccolò Ceccarini
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Massimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione in onda sulle frequenze web di TMW Radio, ai microfoni di Francesco Benvenuti, Niccolò Ceccarini e Raimondo De Magistris: "Una bellissima notizia la ripartenza del calcio, abbiamo passato delle brutte giornate. Avremo un grande match, così gli italiani potranno svagarsi per un'ora e mezza grazie ad un bell'incontro".

Un pronostico?
"Difficile per tutti, sia per questa che per le prossime partite. Viviamo una situazione inedita, anche se bisogna analizzare gli organici e la Juventus può contare sul migliore in Italia, hanno due squadre di titolari ed una mentalità forte. Questa è una gara di cartello, dove i valori vengono sempre messi da parte e sarà tutta da scoprire e da gustare, senza contare che, per risultato dell'andata e rosa, sicuramente la Juve è favorita".

Un'impresa del Milan salverebbe un giudizio sulla stagione?
"Se il Milan vincesse la Coppa Italia potrebbe bastare, è un trofeo importante. Il risultato minimo del campionato è entrare nelle coppe, ed oltre al titolo la Coppa Italia ti dà questo vantaggio".

Quale sarà l'effettivo ruolo di Rangnick?
"Stiamo parlando di un profilo che conosce il calcio europeo. La differenza è che in Italia abbiamo dei ruoli più specifici, mentre nel suo caso si parla di un personaggio importante, ma bisogna vedere se nella nostra cultura una figura del genere, che fa come in Inghilterra la funzione di allenatore-manager, si possa esprimere. Forse qui abbiamo una cultura diversa, ma lo scopriremo solo vivendo".

Che idea si è fatto sullo scontro Gazidis-Ibrahimovic?
"So solo quello che leggo, ma penso che ci sia stato un confronto, com'è giusto che sia. Siamo in democrazia, sono due persone intelligenti e una cosa del genere non può determinare un allontanamento. Il Milan ha necessità di un progetto nuovo che non guardi troppo al passato. Non puoi pensare tornare a dominare in Italia ed in Europa in un solo anno, con la bacchetta magica. Dovranno cominciare un nuovo ciclo pensando al presente e al futuro, pensare troppo alle vittorie che sono state potrebbe non essere positivo".

Il Milan cosa deve fare per tenere Donnarumma?
"Non conosco le situazioni attuali, ma spero che rimanga tanti anni al Milan perché è giovanissimo, ed è uno dei migliori portieri al mondo. Potrebbe diventare un giorno capitano e bandiera, mi auguro che questa storia continui perché è bella per il calcio italiano".

Lei lo conosce, l'ha fatto rinnovare: la sua passione rossonera è decisiva?
"C'è un grande amore di Donnarumma per questi colori, ed è fondamentale".

Su chi punterebbe in attacco per l'anno prossimo?
"Al Milan ci sono figure che conoscono benissimo il calcio, sia in Europa che nel mondo, e sapranno bene quali sono le loro esigenze. Dire un nome sarebbe una mancanza di rispetto".

Toscano della Reggina meriterebbe una chance in Serie A?
"Lo conosco bene, gli chiesi di smettere di giocare quando l'avevo da giocatore perché capii che poteva fare quel percorso. Cominciammo col Cosenza, e in questi anni ha dimostrato di essere un grande allenatore: è ancora giovane e gli serve un'opportunità. Reggio è una grande piazza, anche in B, ma lui può emergere pure in Serie A".

Convinto dalle decisioni del Consiglio Federale sulla Serie C?
"Bisogna mettersi nei panni di chi deve decidere, e non è mai facile perché vai sempre a ledere qualche interesse e gli scontenti ci saranno sempre. Di sicuro la cosa più giusta è stata promuovere Monza, Vicenza e Reggina: hanno dominato i loro campionati, e una soluzione diversa non l'avrei vista. Chi deve scegliere non accontenterà mai tutto il sistema".

La storia di Balotelli sembra ripetersi ciclicamente. Che idea ha delle sue occasioni perse?
"Io me lo ricordo sin dai tempi dell'Inter, e ritengo che abbia qualità tecniche straordinarie, la cosa che dispiace è che in ogni posto in cui va non trova pace. Non lo conosco personalmente e non ci ho mai lavorato assieme, ma tutti ne parlano bene e mi dicono che è un bravo ragazzo. A volte quello che si legge è diverso da cosa pensano i compagni. Non mi sarebbe dispiaciuto averlo in una delle mie squadre perché ha davvero delle grandi qualità. Qualcosa che non va c'è, anche perché Brescia è casa sua e pensavamo che lì avrebbe potuto trovare un epilogo diverso. Quando si gestisce una squadra bisogna sapere che ci sono venticinque teste diverse, e non puoi fare uguale per tutti, non entri così nelle loro teste. Magari è particolare e andrebbe preso diversamente, ad esempio penso ad uno che ha avuto dei risultati, pur con qualche problemino di poco conto, è stato Mancini, con cui ha un grande rapporto. Ne ha sempre parlato bene. Dico una cosa da quello che pensano tutti, cioè che potrà essere ancora recuperato. A livello calcistico non gli si può dire niente".

Ci sono tanti giovani italiani. Tra Zaniolo, Chiesa, Castrovilli e Tonali da chi si aspetta un futuro più radioso per la Nazionale?
"Bisogna dire grazie a Mancini, da quando è arrivato alla guida della Nazionale ha avuto il coraggio di puntare e mettere in vetrina tanti giovani. Ci sono talenti che faranno benissimo sia nelle rispettive squadre che nell'Italia. Un giocatore che vedo sopra tutti, però, è Tonali. Per me ha delle qualità da Barcellona, da Real Madrid: è straordinario. Forse troppo facile dirlo, ma nel suo ruolo secondo me è il più forte di tutti. Già domattina secondo me è pronto per giocare nel Barcellona".

Che ne pensa della soluzione trovata per le date del mercato?
"Vero che non si poteva fare altrimenti, ma io il mercato lo farei quando la palla non rotola. In questa situazione però era davvero difficile, quindi va bene così".

Chi le piace di più tra i giovani della Bundesliga?
"Chi mi piace particolarmente non lo dirò mai (ride, ndr) ma il punto è che in Germania ci sono davvero molti giovani interessanti. Ti riesce difficile portarli via, specialmente i tedeschi, e al di là del prezzo, quando hanno mercato preferiscono rimanere in patria, dove ci sono tante squadre importanti".

Werner andrà al Chelsea.
"Queste squadre, come fa la Juve in Italia, possono permettersi di fare la voce grossa. Comunque non solo tedeschi, c'è pure qualche croato interessante... Mai come questa volta ci sarà da essere creativi, conoscere bene il mercato europeo, se non sudamericano. Non tutti potranno spendere".

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