Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

TMW RADIO - Sorrentino: "Napoli in corsa fino alla fine. Stefano? Era punta"

TMW RADIO - Sorrentino: "Napoli in corsa fino alla fine. Stefano? Era punta"TUTTO mercato WEB
mercoledì 20 dicembre 2017, 14:522017
di Lorenzo Marucci

Durante la trasmissione 'Quelli della Notte' in onda su TMW Radio è intervenuto ieri sera Roberto Sorrentino, ex portiere tra le altre di Catania e Cagliari, preparatore dei portieri e allenatore (oltre che padre di Stefano, estremo difensore del Chievo). Con lui abbiamo parlato di vari temi, a partire dalla corsa scudetto: "Il campionato è più equilibrato rispetto agli anni passati, il Napoli è partito molto bene poi ultimamente ha avuto una normale flessione nel reparto offensivo ma insieme alla Juve e all'Inter se la giocherà fino in fondo. La Roma? L'ho vista col Chievo e ha creato tanto ma lo stesso Chievo con i suoi limiti ha avuto le sue occasioni. Una gara come quello però la Roma doveva vincerla, pur essendo vero che il Chievo ti costringe a giocar male. La Juve? Conosco l'ambiente e ha sempre quella stessa impronta: anche se affronta l'ultima della classifica sembra che giochi con la squadra più forte del mondo. Questo atteggiamento ti porta ad arrivare prima delle altre. E i bianconeri hanno tutto per vincere ancora lo scudetto". Il discorso è poi scivolato su suo figlio Stefano sul quale ha raccontato un aneddoto di tanti anni fa: "Quando io giocavo a Bologna Stefano giocava come attaccante.

Finiva l'allenamento con la squadra e chiedeva allenatore di andare a giocare in porta. Un giorno il tecnico mi chiese perché non lo facevo in effetti giocare in porta. Gli dissi: 'in famiglia ne basta già uno di portieri, lascia stare...' Però poi successe una cosa particolare: un giorno fui invitato insieme a Renato Villa ad un torneo giovanile per premiare i migliori ragazzi. Andai lì e vidi mio figlio che giocava in porta con una maglia enorme e dei guanti extra large, perché si era portato i miei. Fu giudicato a fine torneo come miglior portiere. Lo premiai io. Da quel giorno gli ho fatto stringere le maglie e anche i guanti ed è iniziata la sua carriera..."