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TMW SOLEMAR - Sorrentino: "Non voglio smettere di giocare"

TMW SOLEMAR - Sorrentino: "Non voglio smettere di giocare"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 18 marzo 2019, 12:53Serie A
di Alessio Alaimo

Alla Solemar Football Club, evento organizzato da Conference403 a Palermo presso il Solemar Club è il turno di Stefano Sorrentino. Il portierone del Chievo è stato premiato dall’agenzia FTA con il riconoscimento “una vita per il calcio”. Tanti gli argomenti trattati da Sorrentino, dall’attuale situazione del Chievo passando per la stesura del suo libro “Gli occhi della tigre” fino ad arrivare ai ricordi a tinte rosanero e al delicato momento del Chievo. “L’idea di scrivere un libro – dice Sorrentino - è nata per gioco, un giorno eravamo a mare e un mio amico giornalista mi disse cosa ne pensavo di scrivere un libro. All’inizio ero un po’ titubante, non ho certamente vinto Champions o Mondiali, ma alla fine mi convinse a cimentarmi in questa esperienza. Tutto il ricavato è stato donato in beneficenza, sono molto contento. Dopo – confessa – ci sarà sicuramente un proseguo. Il Palermo lo porto e lo porterò sempre nel cuore. Sapevamo sia io che la mia famiglia di una situazione non proprio ottimale del club, ma l’affetto della tifoseria ha fatto si che restassi anche in B per onorare il mio contratto. Quando vivi determinate emozioni e ti ritrovi ad essere il capitano di un club così importante non puoi che definirti una persona fortunata. L’errore con il Bologna l’ho sognato per un lungo periodo. Purtroppo è andata così, fa parte del gioco. Errori come quello di Bologna comunque aiutano a crescere, ma ricordo il Barbera che subito dopo il mio errore ha iniziato ad applaudire per consolarmi. Momenti che ti restano dentro. Così come di Palermo, ho un grande ricordo di Cagliari e del direttore Giovanni Sartori, nonostante le tante discussioni avute in passato. Adesso è tutta acqua passata, comprendo alcune scelte. Con Zamparini invece ho avuto un rapporto particolare, lo ringrazierò sempre per la possibilità che mi ha dato. Nella vita però bisogna fare delle scelte, lui era il presidente e aveva in mente altre cose per il futuro. La proposta di rinnovo l'aveva avanzata, ma dovevo fare da chioccia a Posavec. Fare da chioccia non rientra nelle mie peculiarità, preferirei smettere piuttosto che farmi da parte. Con Ballardini è tutto chiarito, le incomprensioni di Verona, quando ancora vestivo la maglia rosa, sono soltanto un lontano ricordo. Ho visto lo sfogo di Bellusci post-Foggia, finalmente un giocatore che ha avuto i cogli*** di dire quello che pensava. Ci vorrebbero più Bellusci e meno giocatori che invece davanti alle telecamere si limitano a dare dichiarazioni di circostanza".

Presente e futuro, Sorrentino è sicuro: “Non ho intenzione di smettere. Quando arriverà il momento mi piacerebbe fare il direttore sportivo. Escludo sia allenatore che procuratore. E' un'idea, niente di più. Magari potrei fare il commentatore in televisione come tanti altri colleghi. Dispiace invece per la stagione che sta vivendo il Chievo. Quando parti con un meno 15 in classifica diventa tutto più complicato. Da lì a breve si è innescato un processo che purtroppo ancora oggi ci sta condannando all’ultimo posto in classifica. Che non smetto è sicuro, l’idea è quella di rimanere ad alti livelli se dovessi trovare qualcuno che crede ancora in Sorrentino. Retrocedere non fa piacere, a fine anno mi siederò a tavolino con il Chievo per parlare. Quando arrivi alla soglia dei 40 anni devi guardare e pensare anche al dopo, mi piacerebbe capire le intenzioni della società. l’ultima chiamata è arrivata a gennaio dall’Empoli ma non me la sono sentita. Non sono uno che scappa nel momento della difficoltà, ho ringraziato mister Iachini e ho continuato con il Chievo. Sono uno che ci mette la faccia. Sempre. Il mio rimpianto più grande è quella di non aver mai avuto una convocazione in Nazionale. di portieri in maglia azzurra ne sono passati tanti, io sono stato uno dei pochi a non averla indossata. Magari – confessa – non avevo ancora gli occhi della tigre, oppure mi ha penalizzato il fatto di non aver mai giocato in una grande squadra. Rigore parato a Ronaldo? Non ho pensato a niente, soltanto a tuffarmi a sinistra pensando alle clip che avevo visto in mattinata preparandomi per un eventuale rigore. In termini prettamente calcistici non mi ha dato nulla questo gesto, anche perché – dice – quel giorno ho portato comunque a casa zero punti, incassando anche tre gol. Avrei volentieri barattato il rigore parato per un risultato diverso di quella partita. Quando penso a Ronaldo mi viene in mente anche lo scherzo delle Iene, con la complicità della mia compagna Sara. Mi hanno convocato per fare una visita di controllo e da lì questo pseudo dottore ha iniziato a farmi domande di ogni tipo. Continuavano a dirmi che non sarei potuto tornare in campo, dalle stelle alle stalle. Ho iniziato a pensare a tantissime cose, anche e soprattutto alle mie figlie. In televisione hanno fatto vedere cinque minuti, ma tutta la situazione è durata circa due ore. Per fortuna era tutto uno scherzo".

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