Veron: "In chi mi rivedo? Correa della Lazio è intelligente e sbaglia poco..."

"Quando sei fuori dal campo vedi il calcio in maniera più semplice. Anche se sei abituato da calciatore, da tecnico devi convincere trenta ragazzi a portare la tua idea sul campo. Processo molto difficile, la più complicata in assoluto. Ho stima per chi sceglie di farlo, perchè ti tocca fare anche la mamma, lo psicologo e
molto altro". Parla così al Festival dello Sport - in corso di svolgimento a Milano - l'ex centrocampista nerazzurro Juan Sebastian Veron: "Da dirigente, anche qui, non è facile, devi gestire come qui in Argentina tanta passione che è la cosa più tosta. Poi metti su un foglio una serie di idee per dare vita a un progetto che tenga conto di ogni aspetto. Serie A? Sta tornando ad alti livelli dopo anni nell'ombra. Per me è stato il campionato più difficile al mondo e su questo si è addormentato. Al risveglio si è accorto che tanti sono andati oltre, perdendo così il fascino che in parte ha comunque mantenuto. Oggi esiste un percorso nuovo che si avvicina al calcio spagnolo e si vede anche dalla Nazionale. Negli anni lo rivedremo al top, come quando arrivai io. Credo molto nella voglia, nella fame di diventare un numero uno. L'agonismo, da solo, non ti porta da nessuna parte. Per arrivare in alto devi avere fame, sempre più ogni giorno. In chi mi
rivedo? C'è Joaquin Correa che ho seguito all'Estudiantes e che gioca un po' più avanti rispetto a me, può migliorare tantissimo, ma ha quelle caratteristiche: è
intelligente, veloce e sbaglia giocata difficilmente".


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