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Torino, Cairo: "Stagione da finire entro il 30 giugno, o rischiamo di comprometterne due"

Torino, Cairo: "Stagione da finire entro il 30 giugno, o rischiamo di comprometterne due"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 26 marzo 2020, 20:32Serie A
di Simone Lorini

Ospite di Sky Sport, il patron del Torino ed editore di RCS Urbano Cairo parla così dell'emergenza Coronavirus in una lunga chiacchierata che si è concentrata in particolare sulle risposte che il calcio dovrà dare: "Nelle redazioni c'è fermento ma bisogna adattarsi alla situazione, ma c'è una risposta strordinaria da parte del mondo dell'informazione in un momento così difficile e nuovo per il nostro paese".

Gravina parla del 30 luglio come limite per la stagione: è plausibile?
"Secondo me benissimo la volontà di salvare campionati e coppe, ma andare oltre il 30 giugno rischia di essere un problema, andresti ad intaccare la stagione futura. Agosto è un mese in cui i giocatori devono riposarsi e avresti un mese per prepararti, andresti a iniziare a ottobre. Rischieremmo davvero di compromettere non una ma due stagioni. Dobbiamo provare a farlo entro il 30 giugno, ma niente accanimento. L'8 marzo ho chiesto misure molto più drastiche e sono arrivate, forse un po' in ritardo, ora c'è un contagio internazionale che rischia di essere molto pericoloso. Non sappiamo neanche quando arriverà il picco, non possiamo giocare a tutti i costi e rischiare la salute di chi gioca e chi sta intorno all'evento. Chiudere tutto entro il 30 giugno vorrebbe dire tornare ad allenarsi entro una ventina di giorni, cosa che mi sembra difficile. Dobbiamo trovare dei punti d'incontro affinché i sacrifici vengano ripartiti tra tutti. Questo naturalmente a meno di notizie superpositive nei prossimi giorni. Se in Cina hanno comunicato la quarantena a inizio gennaio e la scioglieranno a inizio aprile, da noi che abbiamo un numero simile di casi e abbiamo iniziato dieci giorni fa... la quarantena dovrebbe durare almeno fino a tutto maggio".

L'indebitamento del calcio italiano rischia di essere fatale con le perdite derivate dal Coronavirus. Cosa ne pensa?
"L'indebitamento è un fatto innegabile, però siamo di fronte a un problema mondiale, che coinvolge tutti e oggi dobbiamo capire cosa ci consente di fare. L'indebitamento c'è e c'era anche prima, il problema è provare a risolvere una situazione epocale, totalmente imprevista e mai vista prima".

Dal punto di vista della classifica, come assegnerebbe Scudetto e promozioni in Serie A?
"La classifica... io non lo so, va discussa in FIGC, in Lega, per trovare delle soluzioni. Ci vogliono anche rimedi senza precedenti per una situazione senza precedenti: in queste prime riunioni fatte via Skype, qualcuno diceva che gli allenamenti sarebbero continuati, ma io avvisavo che i numeri dicevano altro".

Il calcio italiano non ha fatto una splendida figura in questi giorni, c'è chi pensa sempre al proprio interesse.
"Io vedo più unione, chi si muove in maniera isolata li conto sulle dita di una mano. C'è chi antepone i propri interessi a quello generale, è avvenuto per tanti anni in Lega e questo ci ha fatto perdere terreno rispetto ai grandi campionati europei. Questo atteggiamento di bottega ha penalizzato i ricavi e sta dando una pessima immagine del calcio italiano".

Lei ha sempre sostenuto l'idea dei campionato nazionali rispetto a quelle di Superlega, ora sembra anche la UEFA sia sulla stessa lunghezza d'onda.
"Mi fa piacere, si è parlato molto di questa SuperChampions e ora mi sembra che la strada maestra imboccata sia quella giusta".

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