Ucraina amara, Napoli irriconoscibile fino al 65': Champions inizia in salita
Non sono bastati gli ultimi 20', al Napoli, per tornare dall'Ucraina con un buon risultato in occasione dell'esordio in Champions League. La formazione partenopea, irriconoscibile fino al 65', non è riuscita a ribaltare la situazione dopo essere andata sotto di due reti. Complice anche alcune scelte di Maurizio Sarri, che ha spedito Arkadiusz Milik in campo dal 1' e Dries Mertens a guardare la gara dalla panchina. Almeno inizialmente, perché il tecnico ha dovuto cambiare il proprio scacchiere tattico quando non aveva più nulla da perdere, quando lo Shakhtar Donetsk sembrava aver preso il largo. Inserendo nella mischia il belga al posto di uno spento Marek Hamsik - e non è la prima volta in questa stagione - ma anche Allan per un sottotono Piotr Zielinski. Riaprendo il discorso solo al 70' grazie al rigore procurato da Mertens e trasformato da Milik, bravo nell'occasione a spiazzare Pyatov dagli undici metri.
Non ha colpe il portiere degli ucraini, al contrario di Pepe Reina che s'è reso protagonista di un errore clamoroso in occasione del 2-0 arancionero. Uscendo praticamente a vuoto su un cross dalla destra, permettendo a Facundo Ferreyra di dare seguito alla prima marcatura firmata da Taison al 15'. Un Napoli da rivedere, dunque, perché la formazione partenopea è capace di fare molto meglio ma la serata del Metalist Stadium ha riportato tutti con i piedi per terra. Sia la squadra che l'ambiente, che dovranno adesso digerire il 2-1 (e la prima sconfitta stagionale) per ritrovare la quadratura per restare e gioco nel girone europeo fin dalla prossima gara interna contro il Feyenoord. Agli archivi, intanto, viene consegnata un match in cui il Napoli ha avuto l'ennesima conferma che non può fare a meno di Mertens, capace di cambiare il ritmo al gioco azzurro quando schierato in campo.