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Un nuovo Maurizio Sarri

Un nuovo Maurizio SarriTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 13 settembre 2019, 15:30Serie A
di Marco Conterio

I primi sospiri di Maurizio Sarri sono i respiri di un allenatore ritrovato. Di un tecnico che è uscito "dalla stanzina dove ho dovuto vedere la partita contro il Napoli". Dalla lotta contro la polmonite, cullato dallo staff sanitario bianconero. L'aria che manca letteralmente, l'aria che non c'è, perché "la panchina è vita, per un allenatore". La tuta e l'occhiale, il sorriso è strozzato solo da una nuova filosofia della ragione. Della comprensione. Ha fatto i conti con la carriera e con la carta d'identità, Maurizio da Napoli ma pure da Figline che è a quindici minuti da Firenze, e ora da Torino con tappa a Londra.

Il perdono di Emre Can Comprendere, prima di giustificare. Lasciar sfogare e decantare. Sarri ha vestito i panni del saggio, perché 'si può essere stanchi di tutto, ma non di capire', per citare Virgilio. Sicché, escluso col dolore e non certo col sorriso Emre Can dalla lista per l'Europa, ha capito perché il tedesco, dalla Nazionale, quando si sentiva protesto dai bastioni della vita, della sua terra, abbia scudisciato le sue ire. 'Mettere in discussione se stessi è il modo migliore per capire gli altri', diceva uno dei più grandi artisti che dall'intospettiva creava capolavori come Michelangelo. Ridotta al pallone, a quel che il sentimento e lo spirito, più che l'anima e la ragione dicono a caldo, Sarri capisce Can con saggezza perché spera di trasmetterne agli altri per tornare indietro con la memoria ai suoi sfoghi dei caldi e bollenti post partita.

Un nuovo Sarri Quello di oggi, restaurato, rinnovato, ritrovato, è un nuovo Maurizio Sarri. Che cerca la riflessione, più che la pancia, torinese più che napoletano. Ha indossato il nuovo abito, una nuova tuta, cucita su misura. Ha parlato di ferocia e di coccole, della filosofia della Juventus. A sessant'anni ha imparato un mondo nuovo, una storia diversa. E della conferenza stampa di oggi c'è un passaggio che più di ogni altro rappresenta questo piglio da studente, più che da docente. Da giovane, più che da uomo che ha respirato la polvere della gavetta, non solo il fumo delle bionde tra i denti. "Sono in difficoltà nei confronti di chi ha avuto continuità ma il gruppo sta lavorando bene: ai ragazzi ho detto che mai, nella mia carriera, ho visto giocatori rimasti nella sosta delle Nazionali lavorare così bene". Meravigliato e immerso nel nuovo mondo, nuovo e diverso, senza scomodare inutili e solo lesive classifiche. Alcuni luoghi chiedono modi e anima, altri tuoni e pensiero. I sospiri di oggi sono una calma riflessione di filosofia, di uomini e calcio.

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