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Ventura: "Mi sarei dimesso da CT in caso di qualificazione ai Mondiali"

Ventura: "Mi sarei dimesso da CT in caso di qualificazione ai Mondiali"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 17 gennaio 2019, 23:34Serie A
di Michele Pavese

Gian Piero Ventura, ex CT della Nazionale, ha parlato a Sky Sport dell'ultima parte della sua carriera, non proprio indimenticabile tra l'avventura finita male sulla panchina azzurra e l'addio al Chievo dopo poche partite. Si comincia con l'esperienza in terra scaligera: "Sono andato a Verona per amicizia, con un programma che prevedeva determinate cose. Quando ho constatato che era difficile realizzarle ho lasciato, ma i giocatori sono stati straordinari per impegno. Quando sono arrivato c'era mancanza di condizione e di convinzione, in quel mese abbiamo fatto bene".

Col senno di poi sarebbe stato meglio andare al Monaco?
"Con i se e i ma non si va lontano. C'era voglia di riprendere. Il mio gesto era di amicizia verso Campedelli, con cui ho un ottimo rapporto da tanti anni. Gli auguro di riuscire a salvarsi, la storia del Chievo negli ultimi 18 anni è straordinaria".

È vero che hai pensato alle dimissioni tra la gara di andata e quella di ritorno contro la Svezia?
"Non ho pensato di farlo ma avevo ufficializzato che non sarei andato ai Mondiali in caso di qualificazione. Non c'erano i presupposti per lavorare e l'aspetto tecnico era l'ultimo dei problemi. Avrei potuto farlo prima, dopo la Macedonia. Ho perso solo due partite in un anno e mezzo, con Spagna e Svezia, ma non c'erano più i presupposti per continuare. Non c'è stato alcun ammutinamento, sono state dette un sacco di bugie e questo mi ha ferito più di tutto. Ho pensato di querelare per certe farneticazioni. Mi sono chiesto perché siano uscite queste cose".

Al Chievo ti hanno accusato di aver abbandonato la barca.
"Bisogna dire le cose in modo corretto. Chiarisco: quando sono arrivato c'erano due grandi problemi, la condizione fisica e gli infortunati. Poi mancava convinzione, la penalizzazione aveva creato grandi difficoltà sotto l'aspetto mentale. In un mese abbiamo fatto un grande lavoro sulla testa di ogni giocatore, Di Carlo ha trovato una squadra in grado di giocare 90' ad alta intensità. I giocatori si sono sentiti traditi e lo capisco, questo è uno dei gruppi con cui ho lavorato meglio. Le parole di Pellissier sono state dettate dalla delusione".

Le ultime due esperienze hanno probabilmente compromesso tutta la carriera. Come hai vissuto nell'ultimo periodo?
"In tanti anni ho fatto tante scelte azzeccate. La penultima scelta è stata sbagliata, l'ultima è stata di amicizia. Hanno accomunato la mia immagine a quella del CT e non a quella dell'allenatore, parliamo di un anno e mezzo contro 34 anni. Ho voglia di continuare a fare quello che ho sempre fatto, vorrei riprendere la mia vita, quella che un anno e mezzo sembra aver cancellato. Voglio rimettermi in gioco, ho il sacro fuoco dentro, non accetterei mai un finale del genere. Pur non avendo vinto nulla, ho sempre trasmesso un'immagine di serenità e correttezza, vorrei concludere con professionalità".

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