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Ventura rivaluta Prandelli. Quando la dignità non è in discussione

Ventura rivaluta Prandelli. Quando la dignità non è in discussione
martedì 14 novembre 2017, 15:152017
di Raimondo De Magistris

"Ho parlato con Abete dopo la partita, giusto prendersi le responsabilità del progetto tecnico: ho deciso di rassegnare le dimissioni irrevocabili". Sono le parole, rilasciate subito dopo la sconfitta contro l'Uruguay, con le quali Cesare Prandelli al termine di Brasile 2014 si fece da parte. Fu Godin a condannarci con una rete quasi allo scadere, un gol che mise presto la parola fine su un Mondiale che iniziò con la vittoria contro l'Inghilterra e naufragò contro la Costa Rica.
Prandelli, che era comunque reduce da una finale conquistata al precedente Europeo, in quella circostanza non ci pensò due volte. E poco dopo arrivarono le dimissioni anche dell'allora Presidente Giancarlo Abete: "A breve - disse dopo il ko all'Arena das Dunas - convocherò il Consiglio federale: vi parteciperò rassegnando le mie dimissioni irrevocabili".

Quella spedizione fu disastrosa. Ma almeno i protagonisti salvarono la dignità ammettendo fin da subito le proprie colpe e facendosi da parte. Adesso invece che al Mondiale nemmeno ci andiamo i protagonisti sono ancora lì a cincischiare. Ieri dopo una figuraccia storica, come rivelato da Premium, Ventura e Tavecchio hanno discusso della buonuscita del ct. Si, avete capito bene: della buonuscita. Settecento mila euro la richiesta fatta dal ct per farsi da parte a un presidente che, dal canto suo, di farsi da parte proprio non ne ha voglia. Protagonisti figli dell'apocalisse che viviamo. Almeno nel 2014 riuscimmo a salvare la dignità.