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Vucinic: "Il mancato scudetto nel 2010 una ferita aperta. La mia Juve una macchina da guerra"

Vucinic: "Il mancato scudetto nel 2010 una ferita aperta. La mia Juve una macchina da guerra"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 25 maggio 2020, 20:27Serie A
di Daniel Uccellieri

Mirko Vucinic, ex attaccante di Lecce, Roma e Juventus, è intervenuto ai microfoni di Sky: "Da ragazzino il mio sogno era giocare in Serie A, all’epoca era il campionato più bello del mondo. Ho esordito in Serie A con il Lecce, poi sono andato sempre a crescere”.

A Lecce hai avuto la fortuna di incontrare Zeman.
"II Lecce mi ha fatto crescere, mi ha preso da bambino, arrivai qui a 17 anni. Devo ringraziare la società che mi ha messo sulla strada giusta. Gli attaccanti non si sono mai lamentati di Zeman? No, no si lamentano fino a sabato (ride, ndr). Poi la domenica in campo è un altro discorso".

La doppietta nel derby?
"Non mi aspettavo di vincere, nel primo tempo non girava nulla. Il mister ha fatto una scelta un po' pazza togliendo Totti e De Rossi all'intervallo, poi per fortuna abbiamo vinto, con una mia doppietta".

La Juventus?
"Quando sono arrivato alla Juve avevo parecchie partite sulle spalle con una grande squadra come la Roma. La Juventus era una macchina da guerra, tutti avevano paura di noi. Mister Conte ha fatto un grandissimo lavoro".

Carriera da allenatore?
"Sto cercando di prendere il patentino. Mi piacerebbe allenare una squadra dove sono stato. Il Lecce lo porto nel cuore, mi ha cresciuto fin da bambino. Però adesso è presto, prima devo prendere il patentino".

A chi vorrei assomigliare come allenatore?
"Sicuramente non a Zeman (ride, ndr). Non so chi potrebbe resistere oggi al lavoro di Zeman. Tutti gli allenatori mi hanno dato ha dato qualcosa di importante. Io spero di eguagliarli al 30% e sarei veramente felice. Perché sono tutti degli ottimi professori del calcio".

Lo scudetto mancato nel 2010?
"È una ferita che non si rimarginerà mai, mi dispiace tantissimo. Forse è stato il destino. La lite con Perrotta? È stata solo una discussione, come è normale che sia in qualsiasi squadra. Lui mi ha detto una cosa, io ho risposto. Sicuramente non avrei dovuto rispondere in quel modo, Simone era un leader di quella squadra, un giocatore con tantissima esperienza".

Quale attaccante consiglierei alla Juventus?
"Sicuramente Mbappé, ma non so se il PSG è disposto a cederlo. È un giocatore pazzesco. Va al triplo degli altri in qualsiasi cosa che fa".

Un giocatore che mi assomiglia?
"Io ero in grado di giocare in tanti ruoli in attacco, addirittura ho giocato anche come centrocampista. Non mi rivedo in un giocatore di questa serie A".

L'esultanza alla Chris Benoit?
"Mamma mia, non mi ci fate pensare. Io volevo solo omaggiare un wrestler, è successo un casino. Mi volevano addirittura denunciare".

Perché non è andato in porto lo scambio con Guarin?
"Perché è mancata la firma".

Ti sarebbe piaciuto andare all’Inter?
“Non lo so. Per come è andata sono felice, non so cosa avrei trovato e come sarebbe finita, magari non andavo ad Abu Dhabi, dove mi sono trovato benissimo”

Partita decisiva per il primo scudetto alla Juve?
“Quella contro il Milan, in casa. Loro erano superiori, vincemmo e ci diede una spinta incredibile, facendoci credere nei nostri mezzi".

Differenza fra Totti e Del Piero
"Sono il calcio, sono poesia. Sono veri fenomeni, ma questo si sa. Io ho avuto la fortuna di giocare con entrambi, un giorno racconterò ai miei figli che ho giocato con loro. Sono due leader dentro e fuori dal campo".

La famosa sconfitta 7-1 a Manchester?
"È inspiegabile. Loro come tiravano, facevano gol. Anzi, facevano solo gol pazzeschi. Nel calcio un po' di fortuna di deve essere per vincere. Devi essere bravo ad andare a prenderla"

Pensi di essere stato bravo a cogliere la fortuna che ti si è presentata?
"Quando Corvino è venuto a vedermi in patria, non so perché mi ha preso. Sono stato in assoluto il peggiore in campo, non so davvero perché abbia deciso di comprarmi, so solo che Corvino disse che doveva prendermi”.

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