Xhaka, terzo acquisto più costoso dell'Arsenal. Altri due per il titolo
Si dice spesso che Arsene Wenger non decida mai di spendere. E in parte è vero, perché se l'Arsenal ha il conto in banca più verde di tutte le squadre del mondo - pur con prestiti per costruire l'Emirates - un motivo c'è. Nella politica calcistica degli ultimi dieci anni i Gunners non sono stati i principali protagonisti di esborsi salatissimi. Perché c'è sempre chi spende più di te, nemmeno poco. Però va detto che sette dei dieci acquisti più costosi di tutti i tempi, per i londinesi, sono arrivati negli ultimi dodici anni. Quelli che hanno portato solamente due FA Cup, dopo la stagione da invincibili di Ljungberg, Pires o Henry.
Granit Xhaka è stato un acquisto sorprendente, perché mai Wenger aveva deciso di spendere, a maggio, 40 milioni di euro.
Anzi, solamente due volte ne aveva tirati fuori così tanti: la prima volta per Alexis Sanchez, circa 45 milioni per prelevarlo dal Barcellona. Poi Mesut Ozil, 50 milioni per scipparlo (con garbo) al Real Madrid, dopo l'offertona che aveva inoltrato per Luis Suarez: Pere Guardiola, in quel caso, aveva sbagliato a redigere il contratto e la clausola rescissoria, di 40 milioni, diventò questione di puntiglio.
Ai piedi del podio José Antonio Reyes, antecedente, mentre Arshavin, Chambers, Cazorla, Welbeck e Oxlade Chamberlain sono tutti molto recenti. L'altro è Sylvain Wiltord, dal Bordeaux, che non rientra negli ultimi dodici anni.
Ora, per evitare di arrivare secondi (forse) l'anno prossimo, servirebbero almeno altri due grandi acquisti. Un centravanti di fama mondiale e un difensore centrale esperto, in grado di comandare una retroguardia troppo abituata alle imbarcate, sebbene Cech - gran portiere - abbia vinto il premio per i clean sheets (sedici) di questa stagione. Insomma, Xhaka bene, ma non ultimo acquisto per costruire un Arsenal vincente.