Torino, Zapata: “Non vedo l’ora di segnare il primo gol, l’obiettivo è la doppia cifra”

Il capitano del Torino Duvan Zapata nel ritiro di Prato allo Stelvio ha risposto alle domande dei giornalisti presenti . Zapata si sta allenando per ritornare in forma il più presto possibile, dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori dal 5 ottobre dello scorso anno, e poter tornare regolarmente a giocare.
Ha fatto qualche primo allenamento con il nuovo mister Baroni, ha notato delle differenze rispetto a quello che le chiedeva Vanoli magari sulla sua posizione in campo o nei movimenti dei compagni?
“Sì, penso che il mister abbia le idee chiare e anche una sua filosofia. Ci sono differenze, i due allenatori, per me, sono diversi anche se stiamo lavorando con il modulo con il quale i ragazzi hanno finito la stagione scorsa. Ci sono concetti diversi e c'è anche un modo di lavorale diverso. Per rispondere alla tua domanda ci saranno modifiche sul modo di giocare che faremo”.
Ha detto che ci saranno delle modifiche, può entrare più nello specifico? Se ha già parlato con Baroni, il mister le ha chiesto qualche cosa di particolare quando tornerà in campo sperando che avvenga il prima possibile?
“A me in particolare non ha chiesto ancora niente da fare sul campo. E andare nello specifico penso che siano temi che debba affrontare più all'allenatore. Però noi sicuramente ci abitueremo bene alle sue idee e ai suoi concetti. Si vede già fin da questo inizio di preparazione che i ragazzi si stanno abituando. Alla fine penso che sia una questione d’abitudine. Questo periodo ci serve anche per prepararci bene. Domani (oggi, per chi legge) faremo la prima amichevole e sicuramente già lì saranno messe in pratica le cose che sulle quali ci stiamo allenando”.
Martedì l’abbiamo rivista con la palla dopo tanti mesi. Com'è stata questa attesa per lei? E com'è stato rigiocare con la palla?
“Io comunque già stavo lavorando con palla anche nel periodo in cui i ragazzi erano in vacanza. Però ora che piano piano mi sto inserendo nel gruppo ovviamente è un’emozione. E’ bello ritornare di nuovo a competere e allenarmi con i compagni. La cosa importante, che mi rende contento, è che sono in crescita. Come hai detto sono i primi allenamenti con loro e mi sono sentito bene quindi andrò in crescita e spero di continuare così”.
E' la prima volta nella sua lunga carriera che indossa la fascia da capitano, qual è l'orgoglio di indossare questa fascia? Lei come interpreta il ruolo del capitano che è delicato e di responsabilità all’interno dello spogliatoio?
“E’ dalla stagione scorsa che sono il capitano e, come ho detto anche prima, per me è un orgoglio. Mi hanno scelto, per la verità non me l'aspettavo ed è stato per me un po' una sorpresa, però ho preso la fascia con molta responsabilità, una responsabilità che ci vuole quando si è il capitano di un club storico e importante com’è il Torino. Più che capitano mi considero un leader nel trascinare i ragazzi e per certi aspetti dando l'esempio, anche perché sono quasi il più vecchio, solo Antonio Donnarumma ha un anno più di me. Quindi tranne Antonio sono io il più vecchio per cui sento di avere anche questa responsabilità. Ce l'avevo già alla mia prima stagione quando ero appena arrivato al Torino, c’era ancora mister Juric, e allora ero io il più vecchio e già lì sentivo di avere la responsabilità di trascinare i ragazzi dando l'esempio ogni giorno sia durante gli allenamenti sia fuori dal campo, che è forse anche più importante. Spero quindi di continuare a trascinare i ragazzi e di svolgere bene questo ruolo”.
Dopo lo scorso 5 ottobre per lei i riflettori si sono spenti, c'è stato l’intervento e avrà visto più medici e fisioterapisti che tifosi. Vorrei fare con lei una riflessione sulla solitudine dei campioni, come ha passato quei mesi?
“Sono stati mesi duri, soprattutto all'inizio, ma a questo punto posso dire che il tempo è passato veloce. È vero che in quei momenti soffri per l’accaduto e la riabilitazione, anche perché dopo l'intervento devi imparare di nuovo a camminare. Quel periodo è duro e pensi che si è appena all'inizio, ma poi man mano che passa il tempo cominci a sentirti meglio. Ringrazio la mia famiglia che mi è stata vicina e anche tutto il mondo Torino accompagnandomi man mano ad arrivare a questo momento. Sono molto emozionato e non vedo l'ora di tornare perché piano piano sto tornando a sentirmi me stesso. Però la sto prendendo anche con calma e rispetto ogni step, ma non vedo l'ora di tornare in campo e fare la prima partita, soprattutto segnare il primo gol”.
Negli scorsi mesi la società le ha rinnovato il contratto, un gesto di fiducia nei suoi confronti che era infortunato. Come ha vissuto questo? Quando a Superga ha letto sulla lapide i nomi dei caduti cosa ha provato?
“La società ha fatto un bellissimo gesto nel rinnovarmi il contratto in un momento in cui ero infortunato quindi li ringrazio adesso e li avevo già ringraziati prima per questo bel gesto. Ora dipende solo da me ripagare sul campo tutto questo affetto, come facevo già prima.
A Superga è stato un momento speciale soprattutto viverlo da capitano. Lo avevo già vissuto non da capitano, nella mia prima stagione quando c'era Buongiorno e vedere Alessandro a Superga mi ha aiutato ad essere un po' più preparato quando è toccato a me avendo già vissuto l'ambiente e com’era la cerimonia. Comunque affrontarla da capitano è stata una bella emozione, è stato uno dei momenti più belli che ho avuto nella mia carriera. E spero di poter ripeterlo anche in questa stagione l'anno prossimo”.
Da capitano e da leader, come le piace definirsi, come sta vedendo i compagni in questo ritiro? Ci può raccontare che ambiente e che clima ci sono?
“L'ambiente è molto positivo e i ragazzi sono motivati a fare una buona preparazione e lo si vede già in questi primi allenamenti che stanno spingendo forte. Siamo consapevoli che questa è una parte importante della stagione per poi avere continuità durante tutta la stagione. Diciamo che adesso è il momento di mettere benzina e lo stiamo facendo. Ripeto, i ragazzi sono molto motivati e positivi e bisogna avere questa continuità”.
Anche perché l'inizio del campionato sarà tosto poiché affronterete tante squadre sulla carta forti.
“Lo sappiamo e siamo già consapevoli di questo. Ci stiamo appunto preparando per essere all'altezza di questo campionato e di questa stagione che sarà comunque un'altra stagione importante. Sarà un altro campionato duro perché tutte le squadre si stanno rinforzando molto bene. Ormai non è un segreto, basta prendere il cellulare e vedere come si muovono e cosa accade nel calciomercato. Quindi siamo consapevoli di questo e ci stiamo preparando per essere pronti per la prima partita”.
Luca Toni a 38 giocando nel Verona fu capocannoniere in Serie A, Fabio Quagliarella 36 questo per dire che non conta l’età, ma che le motivazioni sono tutto per uno sportivo. Lei ogni tanto pensa a questo traguardo? Si sente fra gli attaccanti più forti del nostro campionato?
“Sì, lo sento sempre ogni giorno. Poi magari la realtà dice un'altra cosa: che sono infortunato, che non gioco da tanti mesi. Però le motivazioni io ce le ho dentro e mi danno la forza per migliorare ogni giorno e per dimostrare tutte le mie capacità che magari ho dimostrato fino adesso. Perché no? Un attaccante sogna sempre. Personalmente il mio obiettivo è sempre stato andare in doppia cifra. Da quando sono arrivato in Italia ho visto che questo è molto importante, magari è meno fondamentale in altri campionati, ma dopo tanti anni qui in Italia ho capito che un attaccante forte va almeno in doppia cifra ogni anno quindi uno dei miei obiettivi personali è questo e come attaccante lavoro per riuscirci”.
Dopo il suo infortunio l’anno scorso la squadra ha patito tanto non averla più come punto di riferimento sia in campo sia fuori. Che idea ha sulla scorsa stagione del Torino?
“La stagione scorsa ha lasciato qualche cosa nel gruppo attuale di quelli che c’erano l’anno scorso. Tutti i momenti di difficoltà che abbiamo avuto devono servirci a cercare di migliorare in questa stagione, soprattutto dobbiamo essere più continui perché nella stagione scorsa avevamo iniziato bene e poi dopo abbiamo avuto un periodo con difficoltà e abbiamo fatto fatica a ripartire. A gennaio l’arrivo dei ragazzi nuovi ci ha dato una spinta e sembrava che potessimo ripartire ancora però poi abbiamo perso la continuità. Per questo penso che in questa stagione sarà fondamentale avere continuità, anche nei momenti di difficoltà. Ci stiamo quindi allenando, anche mentalmente, per questo. La stagione scorsa ci ha lasciato un insegnamento che deve servirci da lezione per cercare di non ripetere quest'anno quanto fatto lo scorso”.
Ha avuto questo periodo difficile a causa dell'infortunio, in squadra c'è un altro compagno, Perr Schuurs, che è fuori da molto più tempo di lei. Da capitano, c’è un messaggio che vuole mandargli?
“Sì, resilienza. So che lui prima o poi tornerà e ci darà una mano in campo. Il mio messaggio non è solo per lui, ma anche per tutti gli infortunati che non si sono ancora lasciati alle spalle i loro problemi. Questo vale anche per me visto che ancora non sono tornato a giocare con i compagni una partita ufficiale e neppure un’amichevole. Penso che la testa faccia tutto e Perr ci ha fatto capire in tutto questo periodo che mentalmente è forte quindi abbiamo la speranza che torni in campo insieme a noi”.
Quanto è stata importante la sua famiglia in questo periodo buio?
“E’ stata fondamentale. Avere un sostegno in casa è stato importante. I miei bambini sono già grandi e quindi capiscono molto di più. (18:13) Tutto l'ambiente, loro insieme a mia moglie mi sono sempre stati vicini. Anche tutto il mondo Torino e gli amici. Tutto questo ti dà ancora più forza perché ti fa capire che tutto l'ambiente ancora crede in te e questo aiuta a riprenderti. Il sostegno ti fa capire che l’infortunio è qualcosa di momentaneo. Personalmente ho affrontato questo periodo sapendo che è momentaneo: ho fede che tornerò a far vedere tutta la mia forza in campo e tutte le mie capacità”.
I tifosi la amano tantissimo e lo si vede anche qui quanti autografi e fotografie le chiedono e lei dedica molto tempo a loro, soprattutto ai bambini. Che messaggio vuole mandare ai tifosi in questo momento?
“Voglio ringraziarli perché anche nel brutto periodo dell’infortunio mi sono stati vicino. Anche quando li incontro al bar, al ristorante o per strada mi fanno capire il loro amore e il loro affetto. Da capitano capitano voglio dire ai tifosi di non smettere di credere in questa squadra, anche se ci sono momenti di difficoltà come li abbiamo avuti. I ragazzi sentono i momenti e i tifosi sono le persone che sempre ti danno la speranza e la spinta. Tifosi non lasciateci mai, non smettete di credere in noi, in questa squadra e nei miei compagni”.
Per lei è un momento magico non solo perché sta per arrivare il momento del suo rientro in campo, ma anche perché presto diventerà di nuovo papà.
“Sì, mia moglie è incinta, è al sesto mese. All’inizio pensavamo fosse un maschio, ma invece è una femmina. Il ginecologo ci aveva un po’ confusi. E’ una principessa, ma la cosa importante è che sia sana. E la stiamo aspettando con grandissimo amore”.
