Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / serie b / Serie B
ESCLUSIVA TMW - Juve Stabia, Provedel: "Tristi derby senza tifo. Futuro? Vorrei restare"TUTTO mercato WEB
Ivan Provedel
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 3 giugno 2020, 14:34Serie B
di Luca Esposito
esclusiva

Juve Stabia, Provedel: "Tristi derby senza tifo. Futuro? Vorrei restare"

Appena 26 anni, ma già una carriera brillante fatta di soddisfazioni, campionati vinti, parate importanti e…un gol decisivo. Non una grande novità per un ragazzo che nel settore giovanile del Treviso aveva deciso di fare il centravanti prima di consacrarsi come uno dei portieri più interessanti della cadetteria. Ad Empoli le cose non stavano andando benissimo, a Castellammare ha avuto invece la possibilità di ripartire ad altissimi livelli e con la prospettiva di far parte del grande gruppo guidato da mister Caserta anche in futuro. Ivan Provedel è carico e motivato in vista della ripresa. Pensa alla salvezza, ma allo stesso tempo sogna lo sgambetto alla capolista Benevento e alla Salernitana per due derby a porte chiuse, ma molto sentiti dalla piazza gialloblu. Intervistato dalla redazione di TuttoMercatoWeb.com, l’ex Perugia ha fatto le carte al campionato indicando proprio nell’Empoli la possibile mina vagante delle ultime 10 partite senza dimenticare il sorprendente Pordenone di Tesser:

Anzitutto partiamo dalla sua carriera. Era attaccante, poi la svolta e il ruolo di portiere. Come mai?
“E’ vero, nel settore giovanile del Treviso mi sono disimpegnato in attacco, nonostante il mio metro e novantadue non ero soltanto in classico centravanti d’area di rigore ma mi piaceva spaiare su tutto il fronte offensivo. Con il passare del tempo, però, mi sono reso conto che non mi divertivo più come all’inizio: non a caso, dopo gli allenamenti con la squadra, raggiungevo i miei amici al campetto vicino casa e mi mettevo in porta. Intorno ai 13 anni ho deciso in maniera quasi definitiva di cambiare ruolo, ho partecipato ad alcuni stage per confrontarmi con i ragazzi della mia età e capire quale livello potessi raggiungere. Fu una bella esperienza. Ricordo che mi seguiva Mason, lavorava per il settore giovanile dell’Udinese. Fui notato da una squadra della mia zona e mi proposero di difendere i pali della porta”.

Gli allenatori che avevano insistito su Provedel attaccante come l’hanno presa?
“Alla fine ho sempre fatto le scelte con la mia testa seguendo il mio istinto. Cambiavo allenatore ogni anno, ma con qualcuno sono rimasto in buoni rapporti e ci sentiamo periodicamente anche per scambiarci consigli ed opinioni. Sono contenti per me, hanno capito che il mio non era un capriccio da ragazzino e che effettivamente volevo giocare in porta”.

Una grande soddisfazione l’esordio in A nella sfida Empoli-Frosinone, un modo per dare anche un calcio alla sfortuna…
“Ho vissuto tante emozioni bellissime, rientravo dopo un infortunio molto serio alla tibia e la gioia è stata immensa per moltissimi motivi. Ho preso tre gol, però è stata una giornata che ricorderò sempre. Dopo otto mesi e mezzo avevo una voglia matta di riprendere, ma ho avuto comunque dei problemini che mi portavo dietro e non mi consentivano di lavorare a pieno regime. L’operazione è stata obbligatoria, chiaramente. L’estate scorsa sono finito di nuovo sotto i ferri, per fortuna ora mi sento bene e ho messo alle spalle quel periodo così negativo”.

Come mai è andato via da Empoli?
“Avevo voglia di giocare, anche per dimostrare che stavo bene e avevo messo alle spalle gli infortuni. La società dell’Empoli ha deciso di cambiare, in estate non ho trovato una sistemazione e Bucchi ha voluto fortemente Brignoli. Un ottimo portiere, ci mancherebbe altro. Però avevo fame di campo, sono contento che la Juve Stabia mi abbia dato questa opportunità”.

A proposito di Brignoli, due portieri che ultimamente sono balzati all’onore della cronaca anche per aver segnato un grande gol di testa…
“Si giocava Ascoli-Juve Stabia, partita serale. C’era stato un calcio d’angolo prima, ma non ero riuscito a prendere la palla. Successivamente abbiamo avuto la possibilità di battere una punizione e sono tornato in avanti per cercare di dare un contributo. Eravamo sotto 2-1, la gara era finita e non avevamo ormai nulla da perdere. Ci ho messo un po’ di tempo per capire cosa stesse succedendo, ricordo l’abbraccio e l’incredulità dei miei compagni”.

Lei ha vinto un campionato con la coppia Caputo-Donnarumma, che cosa pensa del reparto offensivo della Juve Stabia?
“Forte sta dimostrando di essere un attaccante importante, Di Mariano e Canotto hanno la rapidità necessaria per mettere a frutto gli schemi del mister, Cissè lo conosciamo tutti. Se stiamo bene possiamo toglierci le nostre soddisfazioni, ci dispiace che il campionato si sia interrotto proprio quando avevamo trovato una certa continuità. Il nostro reparto offensivo è di tutto rispetto”.


Non era presente all’andata quando le vespe hanno messo i bastoni tra le ruote a due grandi squadre come Benevento e Salernitana. Come immagina la partita di ritorno e cosa vi stanno dicendo i tifosi per caricarvi?
“Piazze del genere hanno tifoserie caldissime, al Sud si respira sempre un clima coinvolgente e trascinante. Lo avverti nell’aria, non c’è bisogno che te lo facciano capire. So che in casa ci siamo tolti della grandi soddisfazioni contro Benevento e Salernitana, ammetto che sarà brutto giocare i derby a porte chiuse. E’ proprio l’adrenalina della gente a fare la differenza: il campo è quello, i punti in palio sono sempre tre e si parte in undici contro undici, vedere le curve deserte trasmetterà un po’ di malinconia. Speriamo di regalare al nostro pubblico una grandissima gioia, sappiamo quanto saranno dispiaciuti di non essere al nostro fianco al Vigorito e all’Arechi. L’odio sportivo tra le piazze c’è , vincere fuori casa sarebbe una soddisfazione enorme”.

Che Juve Stabia troveremo alla ripresa?
“Abbiamo grande entusiasmo. Non siamo abituati a star fermi per così tanto tempo, nemmeno in estate ci sono situazioni del genere. Siamo una squadra giovane e vogliamo dimostrare il nostro valore, ci stavano togliendo a tavolino questa possibilità e non era bello. Il calcio ha un valore sociale fondamentale, sarà importante per tutti far rotolare il pallone e ristabilire un clima di normalità. Sarà una Juve Stabia affamata, desiderosa di archiviare quanto prima il discorso salvezza abbinando le qualità dei singoli all’organizzazione di gioco. Saremo determinati, vogliamo fare risultato contro tutti. Riprendere dopo tre mesi di stop sarà una incognita per tutti, stiamo lavorando tanto per non farci cogliere impreparati”.

E’ rischioso giocare ogni tre giorni dopo tre mesi di stop?
“Non so dare una risposta tecnica, non è il mio mestiere. Sicuramente allenatori e preparatori dovranno stilare delle tabelle ben precise. Stiamo lavorando molto, è giusto così e abbiamo dato massima disponibilità. Se ti alleni a certi ritmi puoi rendere al massimo anche in campo”.

Sarà brutto non poter esultare dopo un gol?
“In area ci marchiamo e ci strattoniamo, se ci hanno dato l’ok per allenarci in gruppo vuol dire che siamo negativi ai tamponi e quindi sani. Perché non abbracciarsi dopo un gol? Ci sono effettivamente delle cose che fai fatica a comprendere, ma esiste un protocollo da rispettare e ci adegueremo senza problemi”.

Quale sarà il suo futuro?
“Mi sto trovando molto bene a Castellammare, c’è un diritto di riscatto e toccherà alla società prendere una decisione mettendosi eventualmente d’accordo con l’Empoli. Lì la mia esperienza credo sia conclusa, non direi di no alla proposta di rinnovo della Juve Stabia. Anzitutto salviamoci e chiudiamo bene la stagione, poi ci siederemo a tavolino e troveremo la soluzione migliore per tutti. La certezza è che stare qui mi piace tanto”.

Lotta promozione. Chi in A assieme al Benevento?
“Crotone e Frosinone sono le uniche due che possono lottare per la promozione diretta, stiamo parlando di rose importanti e più forti delle altre. Ora, però, è un campionato completamente nuovo e non è mai da escludere un colpo di scena. Quanto ai playoff direi di stare attenti all’Empoli, un organico attrezzato che può dare fastidio a tutti. Secondo me può essere la terza promossa. La Salernitana non è allo stesso livello delle corazzate, ma ha un allenatore validissimo che ha trasmesso mentalità e solidità. C’è l’equilibrio necessario per conquistare la qualificazione playoff, guai a sottovalutare i granata. Non mi sarei mai aspettato questa cavalcata del Pordenone, conosco bene l’ambiente perché ho giocato nel settore giovanile e non si poteva ipotizzare una scalata del genere. Quando, però, hai strutture di livello e un club organizzato è normale che puoi ambire a qualcosa di importante, in C hanno vinto alla grande e sono stati bravi a non pagare il salto di categoria”.

Stanno emergendo tecnici giovani e di prospettiva come Caserta, Dionisi e Italiano. Un bel segnale per il calcio, è d’accordo?
“In serie B ci sono tanti allenatori giovani, desiderosi di creare un calcio propositivo ad alta intensità. Da giocatore posso dire che è stimolante e divertente, il nostro mister predica fraseggio palla a terra e lo seguiamo con grande entusiasmo e divertente. E’ chiaro che ci sono anche gli esperti, a Salerno c’è Ventura e non bisogna aggiungere altro. Non arrivi in Nazionale per caso, nella sua carriera ha sempre espresso un bel calcio e la Salernitana sta facendo un buon campionato”.