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TMW RADIO - Venturato: "Serie B più qualitativa, il Pisa sta dimostrando grande continuità"
Roberto Venturato intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Roberto Venturato è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione pomeridiana di TMW Radio, parlando di vari temi, a cominciare dall'avvio di stagione della Serie B: "Ci sono almeno dieci, dodici squadre che hanno costruito rose con grandi ambizioni. Il Parma e il Monza, seppur al momento siano dietro in classifica, dal punto di vista della composizione della rosa, sono quelle con l'ambizione più alta, ma il campionato resta molto difficile e la qualità delle rose è aumentata molto quest'anno; è probabile che ci sia un equilibrio che perduri nel tempo. Il Pisa sta dimostrando più continuità".
Continuità del Pisa e continuità di Lucca
"Quello che ha dimostrato in questo inizio di stagione è importante, in un campionato per lui nuovo, Ha dimostrato qualità importanti, ora è tutto nelle sue mani: la capacità di fare sempre meglio è una delle componenti che portano a ottenere grandi risultati. Può ambire a giocarsi un posto in Serie A. Per i giovani la Serie B è un campionato importante, dà l'opportunità a tanti ragazzi di giocare e mettersi in mostra".
Quanta differenza c'è ancora per una squadra che vince il campionato di Serie B e che poi deve lottare per salvarsi in Serie A? Come vede la Salernitana?
"C'è una differenza grossa, un livello tecnico e fisico importante. Chi vince la Serie B va in difficoltà in Serie A, ma se nel tempo si lavora, con qualche inserimento, le squadre possono giocarsi qualcosa di importante. La Salernitana ha cercato di far questo ma è in difficoltà".
Com'è stata la sua esperienza senza pubblico nelle ultime due stagioni a Cittadella?
"Il pubblico è il sale del calcio. Aver giocato un anno e mezzo senza pubblico non è stato facile per nessuno. Le emozioni che dà uno stadio colmo di gente sono uniche. Spesso le gare diventavano fredde quasi fossero amichevoli, questo non è stato facile da gestire, ma ci si era quasi abituati a questo ambiente privo di emozioni. Mi auguro che abbiamo già toccato il fondo e che si possa ritornare a vivere lo stadio in modo positivo, con tutte le emozioni che dà il calcio e che fanno vivere alle squadre la partita in modo diverso".
Il 4-4-2 sembra oggi un modulo arcaico
"I moduli dipendono dalle qualità dei calciatori a disposizione. Il 4-4-2 permette di sfruttare gli esterni, è un modulo che ho adottato prevalentemente nella prima parte della mia carriera, poi ho preferito inserire il trequartista. Il 4-4-2 dà l'opportunità di coprire bene in fase difensiva e di avere un'ottima fase offensiva".
Come si fa ad essere l'eccezione che conferma la regola essendo stato per lungo tempo a Pizzighettone e poi, per sei anni, a Cittadella?
"Sono stato fortunato a vivere con società che mi hanno fatto lavorare per dare continuità".
Qual è il giocatore che ha allenato che le ha dato più soddisfazioni?
"Ho allenato tanti giocatori bravi, ma ricordo Alberto Quadri a Pizzighettone, che poi era andato alla Lazio; e poi Marco Vernier, che negli ultimi due anni ha avuto problematiche fisiche che gli hanno impedito di mostrare tutte le sue qualità, ma a Come sta giocando bene".
Si aspettava un rendimento così altalenante di Kouame?
"È un ragazzo che ha fatto bene a Genova, a Firenze mi aspettavo che si consacrasse e mettese a frutto le sue grandi qualità; faccio fatica a capire perché non ci sia riuscito, ma resto convito che possa ripresentarsi e mostrare le sue qualità".
Quale sarebbe il ruolo naturale di Kouame?
"Abbiamo sempre giocato con due attaccanti. Nel primo anno giocava Litteri e lui faceva la seconda punta. Quando deve giocare da solo davanti, fa fatica, ma nella sua crescita ci sta che possa fare anche l'attaccante di riferimento vista la struttura fisica e il colpo di testa".
Quale sarà il suo futuro?
"Ho fatto una scelta in questo momento: staccare dall'ambiente Cittadella e provare un'opportunità diversa nel tempo, una soluzione che mi metta in condizione di provare a far qualcosa di importante in un contesto diverso. Serve solo pazienza per trovare un cero tipo di opportunità".
La Serie A rappresenta per lei un'ambizione?
"Ho la voglia di provare ad allenare in Serie A, ho cercato di conquistarla in questi anni attraverso la vittoria di un campionato di Serie B. In questo momento è un sogno, ma mi piacerebbe diventasse concretezza attraverso un'opportunità".
Continuità del Pisa e continuità di Lucca
"Quello che ha dimostrato in questo inizio di stagione è importante, in un campionato per lui nuovo, Ha dimostrato qualità importanti, ora è tutto nelle sue mani: la capacità di fare sempre meglio è una delle componenti che portano a ottenere grandi risultati. Può ambire a giocarsi un posto in Serie A. Per i giovani la Serie B è un campionato importante, dà l'opportunità a tanti ragazzi di giocare e mettersi in mostra".
Quanta differenza c'è ancora per una squadra che vince il campionato di Serie B e che poi deve lottare per salvarsi in Serie A? Come vede la Salernitana?
"C'è una differenza grossa, un livello tecnico e fisico importante. Chi vince la Serie B va in difficoltà in Serie A, ma se nel tempo si lavora, con qualche inserimento, le squadre possono giocarsi qualcosa di importante. La Salernitana ha cercato di far questo ma è in difficoltà".
Com'è stata la sua esperienza senza pubblico nelle ultime due stagioni a Cittadella?
"Il pubblico è il sale del calcio. Aver giocato un anno e mezzo senza pubblico non è stato facile per nessuno. Le emozioni che dà uno stadio colmo di gente sono uniche. Spesso le gare diventavano fredde quasi fossero amichevoli, questo non è stato facile da gestire, ma ci si era quasi abituati a questo ambiente privo di emozioni. Mi auguro che abbiamo già toccato il fondo e che si possa ritornare a vivere lo stadio in modo positivo, con tutte le emozioni che dà il calcio e che fanno vivere alle squadre la partita in modo diverso".
Il 4-4-2 sembra oggi un modulo arcaico
"I moduli dipendono dalle qualità dei calciatori a disposizione. Il 4-4-2 permette di sfruttare gli esterni, è un modulo che ho adottato prevalentemente nella prima parte della mia carriera, poi ho preferito inserire il trequartista. Il 4-4-2 dà l'opportunità di coprire bene in fase difensiva e di avere un'ottima fase offensiva".
Come si fa ad essere l'eccezione che conferma la regola essendo stato per lungo tempo a Pizzighettone e poi, per sei anni, a Cittadella?
"Sono stato fortunato a vivere con società che mi hanno fatto lavorare per dare continuità".
Qual è il giocatore che ha allenato che le ha dato più soddisfazioni?
"Ho allenato tanti giocatori bravi, ma ricordo Alberto Quadri a Pizzighettone, che poi era andato alla Lazio; e poi Marco Vernier, che negli ultimi due anni ha avuto problematiche fisiche che gli hanno impedito di mostrare tutte le sue qualità, ma a Come sta giocando bene".
Si aspettava un rendimento così altalenante di Kouame?
"È un ragazzo che ha fatto bene a Genova, a Firenze mi aspettavo che si consacrasse e mettese a frutto le sue grandi qualità; faccio fatica a capire perché non ci sia riuscito, ma resto convito che possa ripresentarsi e mostrare le sue qualità".
Quale sarebbe il ruolo naturale di Kouame?
"Abbiamo sempre giocato con due attaccanti. Nel primo anno giocava Litteri e lui faceva la seconda punta. Quando deve giocare da solo davanti, fa fatica, ma nella sua crescita ci sta che possa fare anche l'attaccante di riferimento vista la struttura fisica e il colpo di testa".
Quale sarà il suo futuro?
"Ho fatto una scelta in questo momento: staccare dall'ambiente Cittadella e provare un'opportunità diversa nel tempo, una soluzione che mi metta in condizione di provare a far qualcosa di importante in un contesto diverso. Serve solo pazienza per trovare un cero tipo di opportunità".
La Serie A rappresenta per lei un'ambizione?
"Ho la voglia di provare ad allenare in Serie A, ho cercato di conquistarla in questi anni attraverso la vittoria di un campionato di Serie B. In questo momento è un sogno, ma mi piacerebbe diventasse concretezza attraverso un'opportunità".
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