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Parma, Danilo: "Non siamo squadra. Ad Ascoli dobbiamo pensare che è una finale"
Intervenuto nel post-gara di Parma-Brescia, il difensore dei crociati Danilo Larangeira ha parlato così ai giornalisti presenti: "Abbiamo fatto troppi errori tecnici, dovevamo stare più tranquilli e invece abbiamo perso le distanze e abbiamo sofferto".
Cosa succede a questa squadra?
"Ancora non siamo una squadra, non per novanta minuti. C'è un cambio di allenatore, per noi giocatori questo è un fallimento: non possiamo essere contenti dell'esonero di un allenatore, non può essere solo colpa del mister. Ci dobbiamo fare delle domande. E' arrivato un allenatore che ha vinto tanto, servirà tempo ma dobbiamo pensare subito alla gara di domenica, partita dopo partita. Solo così possiamo diventare squadra, non per un tempo solo, ma per novanta minuti. Dalla mia esperienza, posso dire che ancora non siamo squadra per novanta minuti".
Cosa vi sta chiedendo Iachini in queste settimane?
"Come ho detto c'è stato poco tempo. Stiamo lavorando sull'aggressività e sulle seconde palle, perché la categoria ci chiede questo. Abbiamo giocatori di qualità, ma se non vinci i contrasti fai fatica".
Secondo te serviva una sterzata in panchina?
"Sì, lui ha esperienza e tanta voglia di lavorare. Ma dipende da noi, perché siamo noi che andiamo in campo. Ci sono troppe scuse. La classifica dice che non siamo forti, perché si va a fare il paragone col Lecce: abbiamo preso quattro gol nel primo tempo. Non si può sempre dare colpa all'allenatore. Va bene l'atteggiamento del secondo tempo? Sì, ma perché solo il secondo tempo? Dobbiamo essere più squadra per novanta minuti, non possiamo dire che va tutto bene. Siamo noi che dobbiamo fare qualcosa in più, vincere qualche contrasto in più: io per primo. Io ci sto provando, ma devo dare molto di più, se vogliamo tornare in Serie A. Perché oggi non possiamo pensare alla A o ai playoff, ma dobbiamo pensare all'Ascoli. Dobbiamo pensare che è una finale, perché solo così possiamo uscirne. Dobbiamo stare zitti e lavorare: ridere di meno e lavorare di più".
Cosa succede a questa squadra?
"Ancora non siamo una squadra, non per novanta minuti. C'è un cambio di allenatore, per noi giocatori questo è un fallimento: non possiamo essere contenti dell'esonero di un allenatore, non può essere solo colpa del mister. Ci dobbiamo fare delle domande. E' arrivato un allenatore che ha vinto tanto, servirà tempo ma dobbiamo pensare subito alla gara di domenica, partita dopo partita. Solo così possiamo diventare squadra, non per un tempo solo, ma per novanta minuti. Dalla mia esperienza, posso dire che ancora non siamo squadra per novanta minuti".
Cosa vi sta chiedendo Iachini in queste settimane?
"Come ho detto c'è stato poco tempo. Stiamo lavorando sull'aggressività e sulle seconde palle, perché la categoria ci chiede questo. Abbiamo giocatori di qualità, ma se non vinci i contrasti fai fatica".
Secondo te serviva una sterzata in panchina?
"Sì, lui ha esperienza e tanta voglia di lavorare. Ma dipende da noi, perché siamo noi che andiamo in campo. Ci sono troppe scuse. La classifica dice che non siamo forti, perché si va a fare il paragone col Lecce: abbiamo preso quattro gol nel primo tempo. Non si può sempre dare colpa all'allenatore. Va bene l'atteggiamento del secondo tempo? Sì, ma perché solo il secondo tempo? Dobbiamo essere più squadra per novanta minuti, non possiamo dire che va tutto bene. Siamo noi che dobbiamo fare qualcosa in più, vincere qualche contrasto in più: io per primo. Io ci sto provando, ma devo dare molto di più, se vogliamo tornare in Serie A. Perché oggi non possiamo pensare alla A o ai playoff, ma dobbiamo pensare all'Ascoli. Dobbiamo pensare che è una finale, perché solo così possiamo uscirne. Dobbiamo stare zitti e lavorare: ridere di meno e lavorare di più".
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