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Ascoli, Padoin: "Il calcio fa mangiare molte persone: il sostegno dello stato è importante"

Ascoli, Padoin: "Il calcio fa mangiare molte persone: il sostegno dello stato è importante"TUTTO mercato WEB
© foto di Andrea Rosito
martedì 31 marzo 2020, 12:49Serie B
di Claudia Marrone

Attraverso i canali ufficiali dell'Ascoli, è il centrocampista Simone Padoin a fare il punto della situazione: “Stiamo tutti bene, anche se ho i miei genitori a Gemona del Friuli, mio fratello a Udine, i suoceri e due fratelli di mia moglie in provincia di Bergamo. Devo dire che qui è più tranquillo e spero che la situazione resti così; la gente ha capito la gravità del momento, in giro non c’è nessuno e per questo faccio i complimenti alle persone del posto. Esco una volta a settimana per fare la spesa per la famiglia. Ma la situazione è complicatissima, al Nord drammatica; mi dicono che si sentono le sirene delle ambulanze e le campane di chiese che suonano a morto”.

Spiegare la situazione ai figli piccoli non è stato semplice: "Io e Valentina abbiamo detto loro che nell’aria c’è una ‘bua’ e per questo dobbiamo stare chiusi in casa; mi vedono uscire per andare a fare spesa con guanti e mascherina e quindi hanno capito, o meglio, lo hanno accettato. Con mia moglie cerchiamo di tenerli impegnati, con lei cucinano pizza, muffin, pan cake, mentre io gioco con loro ai Lego o organizzo cacce al tesoro”.

Tempo e spazio, però, anche al calcio: "Fortunatamente in questi anni pian piano mi sono creato una piccola palestra di attrezzi e macchinari e quindi sono a posto, poi c’è anche mia moglie che sta studiando da personal trainer. Alcuni miei compagni hanno invece dovuto acquistare tapis roulant o cyclette. Con il gruppo whatsapp della squadra ci teniamo costantemente in contatto e lo staff ci fornisce i programmi di lavoro; le video chiamate le utilizzo per i famigliari e i suoceri; questi ultimi non li vediamo da Natale, i miei genitori invece erano venuti a trovarci qualche giorno prima del decreto. Ora è tutto in divenire, credo che dopo Pasqua si potrà fare una valutazione. Non avrei problemi a riprendere a giocare anche a giugno o luglio, nonostante le alte temperature. Per la correttezza e l’equità dei campionati credo che sarebbe ideale terminarli. Poi ci saranno club come il Benevento, che chiaramente vorrà terminare la stagione, altri che invece sono in zona retrocessione e che vorranno annullare il campionato. Noi giocatori abbiamo voglia di riprendere, è chiaro, ma compatibilmente con la situazione sanitaria. Il primo dovere civile è la garanzia della salute nostra e degli altri”.

Ma Padoin è anche proprietario della Fashion Deluxe, atelier di abbigliamento di Seriate: "Mia moglie aveva deciso di chiudere ancor prima che diventasse obbligatorio, in linea con altri esercizi commerciali di Bergamo. La situazione economica per tutti quelli che hanno un’attività commerciale è tragica, in generale c’è gente che fa fatica a mangiare, ci sono lavoratori autonomi, partite IVA, gente che basa il proprio guadagno sul lavoro che ora non può svolgere. L’esempio dell’attività di mia moglie è quella di tanti altri: ci si trova con un magazzino pieno di merce che non si potrà vendere e che bisognerà pagare a 30, 60, 90 giorni. Penso che lo Stato dovrebbe dare una grande mano e che debba esserci solidarietà in queste situazioni, l’Europa può dimostrare il suo valore in questi gravi frangenti”.

Conclude poi: "Non penso che il calcio tornerà come prima, ora si vede tutto nero. Quando si è fermato il calcio tante persone hanno detto come prima cosa che i calciatori guadagnavano tanto e dovevano ridursi gli ingaggi. Io penso che se la Juventus ha giocatori strapagati è perché il calcio fa muovere tanti soldi a tutto il sistema. In questo momento è compito di ogni componente dover rinunciare a qualcosa. Anche lo Stato deve fare la sua parte, non solo i giocatori; il calcio è un’industria che da da mangiare a tante persone, per questo credo che, per quanto possibile, il sostegno dello Stato sia importante. Noi giocatori possiamo ragionare su eventuali aiuti, siamo i primi a voler dare una mano al nostro calcio”.

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