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Da Ferrer a Reinhart. I giovani stranieri dello Spezia raccontano l'isolamento lontani da casa

Da Ferrer a Reinhart. I giovani stranieri dello Spezia raccontano l'isolamento lontani da casaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 16 aprile 2020, 20:04Serie B
di Tommaso Maschio

Intervistati da Cittadellaspezia.com quattro giovani calciatori dello Spezia – il difensore Salva Ferrer e i portieri Titas Krapikas, Alex Desjardins e l'attaccante Tobias Reinhart – hanno raccontato come stanno vivendo questa situazione lontani da casa e dalle proprie famiglie.

“All'inizio i miei genitori e gli amici si chiedevano perché proprio in Italia e non, per dire, in Francia o in Germania. Poi rapidamente si è propagata in tutta Europa, Spagna compresa, e si è capito che sarebbe stato un problema di tutti. - racconta Ferrer - Paura per me non ne ho avuta, ma per la mia famiglia sì, in particolare per i miei nonni. Qui ho creato la mia routine, anche se fare la stessa cosa ogni giorno è pericoloso. Faccio esercizio con la cyclette, leggo un po'. Playstation quasi niente, piuttosto Netflix. E parlo tanto con la mia fidanzata".

“La Lituania sta combattendo come gli atri Paesi - dice il portiere Krapikas - Mi dispiace che all’inizio di questa epidemia le persone non si siano resi conto quanto fosse grave la situazione. Spero vada tutto bene". “Anche in Canada vige il confinamento severo, ormai dal 13 marzo. Rimangono aperti solo supermercati, farmacie e ferramenta, ma si entra solo in pochi alla volta per evitare contatti troppo stretti. - gli fa eco Desjardins - In strada ci devono essere sempre due metri di distanza tra una persona e un’altra. Sono regole rigide, ma funzionano: i casi sono pochi per adesso e i canadesi rispettano le indicazioni di buon grado".

“La mia famiglia è sempre stata tranquilla perché sanno che qui si sono fatte le cose per bene. - racconta infine Reinhart - I dati migliorano ogni giorno e questo conforta tutti. Fino al 26 aprile tutti in casa anche in Argentina per precauzione anche se i casi sono pochi. Certo non vediamo l'ora che finisca".

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