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Dai proclami alla retrocessione. Il progetto Unicusano non sfonda a Terni

Dai proclami alla retrocessione. Il progetto Unicusano non sfonda a TerniTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 14 maggio 2018, 12:482018
di Tommaso Maschio

Arrivato con grandi proclami e progetti (campionato di vertice, obiettivo play off e successivamente Serie A, lancio di giovani e calcio champagne) a Terni nella scorsa estate per rilevare il club da una famiglia Longarini mai troppo amata nella città delle accaierie e accolto da questa come una boccata d'aria pura, il patron rossoverde Stefano Bandecchi non è riuscito a trasformare in fatti le tante, troppe, parole spese un anno fa. Dopo aver mollato il Fondi, spostato la denominazione Unicusano in Umbria, un'operazione che sa di Red Bull in tono minore, messo a punto un trasferimento di massa da una squadra all'altra (il ds Evangelisti, il tecnico Pochesci e buona parte della rosa) e lanciato il diktat di “no stranieri” in squadra (con l'eccezione dello slovacco Martin Valjent) Bandecchi era convinto di avere per le mani un club con cui poter fare il salto di qualità e far conoscere ancor di più il proprio business core (ovvero l'Università Niccolò Cusano) e invece tutto gli si è ritorto contro. Pochesci ha mostrato qualche sprazzo di buon gioco, con un atteggiamento iper offensivo che spesso non ha pagato, e ha fatto sopratutto parlare di sé per le sue conferenze stampa o le interviste post gara spesso sopra le righe, ma alla fine sono i punti che contano e quelli conquistati dalla sua Ternana sono stati pochi, forse anche meno di quelli realmente meritati, troppo pochi per poter continuare e navigare quantomeno in acque tranquille. Ecco quindi il cambio e l'arrivo di un tecnico navigato, seppur fermo da circa 2 anni, come Luigi De Canio per provare un miracolo come quello della passata stagione firmato da Fabio Liverani. Un obiettivo oggettivamente difficile e che non è stato centrato con l'amaro epilogo della retrocessione e un futuro tutto da scrivere.

Perché De Canio ha in tasca un contratto anche per le prossime stagioni per dare il via a quel progetto vincente che quest'anno è saltato dopo pochi mesi, ma ancora non sa se questo potrà concretizzarsi e nel caso con chi al comando. Perché al termine della gara di Vercelli il patron rossoverde ha così parlato: “Se il popolo ternano non gradisce più la mia presenza nella città di Terni e se debbo anche constatare che il mio atteggiamento è stato male interpretato. Se è questo che mi chiede il popolo ternano, di mettere  la squadra e la società a disposizione del Comune di Terni e di tutta la tifoseria che potranno cosi avere le azioni della società a disposizione da domani mattina". Parole che suonano quasi come un addio col progetto Unicusano che, come a Fondi un anno fa, rischia di finire dopo appena una stagione.