Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Di Costanzo: "Il caso della Salernitana ai play-out come il nostro a Messina"

Di Costanzo: "Il caso della Salernitana ai play-out come il nostro a Messina"TUTTO mercato WEB
Nello Di Costanzo
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
lunedì 30 maggio 2016, 22:332016
di Luca Esposito

Il caso della Salernitana che ancora non conosce il suo avversario nei play-out di Serie B (al momento sarebbe il Lanciano) si è già verificato nella scorsa stagione di Lega Pro: è capitato al Messina, allenato all'epoca da Nello Di Costanzo, e proprio al mister ex Ischia TuttoSalernitana.com ha chiesto in quale modo si preparano partite come quella che i granata dovranno affrontare nell'incognita relativa al loro avversario, se sarà il Lanciano o il Livorno. Il laureato di Acerra è concorde con l'opinione di molti addetti ai lavori: incontrare il Livorno non sarebbe facile per i granata, anche se il CONI potrebbe riscrivere la classifica dopodomani.
"In questo momento direi che psicologicamente il Lanciano, dopo il pareggio ottenuto con il Livorno che gli ha permesso di raggiungere i play-out, ha qualcosina in più, anche se è in apprensione per la questione della penalizzazione, comunque nell'ultima uscita ha dimostrato di essere in grado di poter fare un buon play-out. Comunque l'ambiente salernitano la fa da padrone in questa sfida, soprattutto il fatto di giocare la seconda partita in casa è un vantaggio per la Salernitana".

Nel girone di ritorno la Salernitana ha fatto progressi. Tra l'altro Menichini gioca con un 4-4-2 che ci risulta sia anche il modulo che lei preferisce.
"Eh sì, è vero: ritengo che sia un sistema di gioco molto semplice da trasferire ai giocatori, e per loro stessi dà molte sicurezze. È naturale che occorrano i giocatori adatti, perché servono calciatori offensivi che sappiano sacrificarsi che abbiano grandi qualità offensive. In questo la Salernitana ha Gatto e Zito, anche se Ikonomidis non ci dovrebbe essere, comunque sull'esterno ha giocatori importanti. Come terzini forse non ha proprio il meglio, ma con questo sistema di gioco ho notato che effettivamente negli ultimi tempi la squadra ha ottenuto delle sicurezze, quindi anche io continuerei su questa falsariga".

Il Lanciano ha giocatori che sono molto versatili, se gli abruzzesi rispondono con una punta e due trequartisti, la Salernitana dovrà stare attenta?
"Sì, è la verità. Anche loro hanno delle defezioni importanti tra cui quella di Ferrari, che dovrebbe avere queste due giornate confermate, quindi questo è un bel vantaggio per la Salernitana. Comunque il fatto che ci siano nel Lanciano due trequartisti alle spalle di una punta può essere un problema da risolvere da parte della Salernitana con i due centrocampisti centrali".

Secondo lei il Lanciano è più forte del Livorno oppure è vero il contrario?
"Sulla carta penso che il Livorno abbia qualcosa in più, perché ha calciatori che sono più scafati. Quindi sarebbe un cliente senz'altro più tosto, anche dal punto di vista psicologico. È vero che il Lanciano viaggia sulle ali dell'entusiasmo, ma come sarebbe il Livorno? Con quale mente libera affronterebbe i play-out qualora davvero dovesse rientrare in corsa? Si ritroverebbe a giocarsi una possibilità che sembra svanita, quindi è come se fosse una risurrezione. L'anno scorso mi capitò la stessa cosa al Messina, perché dovevamo giocare col Savoia che era penultimo, in un batter d'occhio il CONI cambiò la classifica restituendo alcuni punti alla Reggina, e ci trovammo di fronte una squadra amaranto che sulla carta che era oggettivamente più forte del Savoia e non solo, anche con quella euforia dell'opportunità che la Reggina aveva di rimanere in categoria. Questo fece la differenza. Quindi, è preferibile non incontrare il Livorno, soprattutto dal punto di vista psicologico".

Ci può raccontare quel periodo in particolare? Come lo vivevate?
"Era una situazione paradossale, perché il Messina si preparava per giocare col Savoia forte di una convinzione di essere più forte del Savoia, ma con la preoccupazione (anche se da parte nostra, di società e tecnici) di cercare di trasmettere un messaggio di positività: qualora fossero stati restituiti i punti alla Reggina e l'avessimo incontrata, per noi non sarebbe cambiato niente, ma i giocatori questo lo vivevano come una preoccupazione. La Reggina come pubblico, come ambiente, sarebbe stata più impegnativa sotto tutti i punti di vista. Si viveva inconsciamente questa preoccupazione di dover giocare con la Reggina, e difatti la squadra si portò appresso questa sensazione. Loro avevano un organico nettamente superiore al Savoia e anche al Messina stesso, ed è andata come è andata: la Reggina si salvò, anche se poi non riuscì a iscriversi e vennero fuori altre problematiche di tipo economico-finanziario. Il Messina aveva un bilancio sano".

Il lavoro dell'allenatore quindi è più psicologico.
"Assolutamente sì. Il fatto che si giochi di sera può essere un vantaggio, avere un'ottima preparazione atletica e aver messo benzina in tempi precedenti può fare la differenza, ma è ovviamente il fattore psicologico quello che conta, l'allenatore deve far vivere questi play-out ai giocatori e a tutto l'ambiente come se fosse un'opportunità e non come un peso".

Se lei fosse un tifoso, e la classifica venisse riscritta nuovamente, che cosa penserebbe? Che a distanza di un anno la storia si è ripetuta?
"Sì, è proprio così. Sono abituato a non stupirmi di fronte a eventi di questo tipo. Siamo in Italia, quindi tutto può succedere... Non c'è una logica, non ci sono certezze, quindi mi aspetto qualsiasi decisione da parte del CONI. Non mi fossilizzerei troppo su chi devo incontrare, oggettivamente. La cosa principale è che ci si prepari bene, la Salernitana è una buona squadra, piena di giocatori esperti".

Anche il doppio pareggio è un vantaggio?
"Esatto. È un vantaggio oggettivo. Comunque l'allenatore dovrà studiare ovviamente il Lanciano, ma contemporaneamente guardare anche un po' il Livorno, perché non si sa mai: ci sarebbero solo pochi giorni a disposizione per preparare la partita tatticamente, a meno che non rinviino la partita d'andata di qualche giorno, come successe a noi".

Da quando lei ha lasciato l'Ischia, la squadra non è più riuscita a fare punti nel campionato regolare, poi è retrocessa ai play-out, quindi la mia domanda è questa: se le fosse stata data fiducia fino in fondo, crede che ce l'avrebbe fatta a salvare l'Ischia?
"Non vorrei essere presuntuoso, ma stavamo facendo un buon lavoro. Avevamo perso alcune partite consecutive, ma prima avevamo battuto il Catania e poi avevamo pareggiato con l'Andria quando eravamo rimasti in dieci. Non è che potevamo farci illusioni, ma con altre componenti tipo la capacità di soffrire avremmo potuto raggiungere la salvezza, magari arrivarci tramite i play-out con una posizione di classifica migliore, e giocarcela anche con la preparazione atletica a lunga scadenza che avevamo impostato. È fondamentale correre per chi deve salvarsi, è la verità, e noi stavamo lavorando in tal senso".

Massimo Coda è da Serie A secondo lei?
"E' una domanda un po' difficile, però ci si aspettava anche qualcosa in più. A me piace molto Gatto: ricordo che lo incontrai da avversario quando giocava nel Pisa, segnò un gol partendo dalla fascia destra che è la sua, anche se nella Salernitana ha giocato pure a sinistra. È velocissimo, ha freddezza, personalità. E poi c'è Donnarumma che sta facendo bene".