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Paghera: "26 anni e svincolato. Non mi piango addosso"

ESCLUSIVA TMW - Paghera: "26 anni e svincolato. Non mi piango addosso"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
mercoledì 17 ottobre 2018, 06:152018
di Pierpaolo Matrone

"Non mi piango addosso". Il tono della voce si fa deciso, la voglia di rimettersi in gioco è altissima. Quando parla del fallimento del suo Avellino, col quale s'era sviluppato un rapporto molto intenso, Fabrizio Paghera ha la voce dispiaciuta, di chi ci aveva creduto fino alla fine e poi s'è ritrovato senza squadra. Singolare il suo caso: appena 26 anni, già 178 apparizioni in Serie B, i gradi del calciatore di categoria conquistati sul campo e diventati ben presto quelli dello svincolato di lusso. "Trovarsi a casa adesso non è bello, ma il calcio è imprevedibile. Quest'anno è girata male, ma in altre stagioni mi è andata meglio". Al microfono di Tuttomercatoweb.com è fiducioso il centrocampista nativo di Brescia, sa che prima o poi la chance per un calciatore come lui arriverà. "Nel frattempo mi alleno con il Roncadelle Calcio, una società dilettantistica che vorrei ringraziare perché mi permette di tenermi in forma. E un grazie va anche a mio fratello".

Fabrizio Paghera senza squadra, suona strano. "Mi sono ritrovato in questa situazione improvvisamente, dopo il fallimento dell'Avellino, ma non mi piango addosso - e lo ripete più e più volte - Sono cose che nel calcio capitano. Adesso cerco qualcuno che mi dia fiducia, un'occasione per tornare in pista. Sono nel pieno della carriera, devo compiere 27 anni a dicembre, sono integro e penso di poter rappresentare un'occasione per tanti".

Come ti sei ritrovato in questa situazione? "Il fallimento è arrivato tardi. Qualcuno è riuscito a trovare subito una sistemazione, mentre io forse ho sbagliato qualche valutazione, non capendo lì per lì che il mercato di quest'anno fosse anomalo a causa dei mancati ripescaggi. Io avevo trovato un accordo con una squadra ripescata, avevo dato priorità a questa soluzione, poi però non s'è più verificato il ripescaggio ed ecco che le altre squadre erano già fatte. Qualche colpa ce l'ho anch'io, ma non mi piango addosso. Adesso bisogna avere un attimo di pazienza perché le formazioni sono piene. Più si avvicinerà gennaio e più è possibile che ci sia qualcuno intenzionato a fare uno sforzo per prendere un calciatore di categoria come me".

E pensare che poco prima del fallimento ti eri tolto anche lo sfizio di segnare alla Roma in amichevole. "E' l'ultima partita che ho giocato. E' stata un'emozione forte, al di là del gol. In quei giorni già si sapeva che l'Avellino avesse dei problemi, ma vedere i tifosi con quell'attaccamento, venire a vedere la partita, nonostante già si sapesse che il futuro non sarebbe stato roseo, è stato speciale. Uno degli atti d'amore più grandi che abbia mai visto da parte di una tifoseria. E' un ricordo indelebile. I tifosi dell'Avellino sono quelli che hanno sofferto di più, si tratta di persone molto attaccate alla squadra. A me è dispiaciuto perché ero molto legato all'ambiente".

Quanto male ha fatto questa situazione alla tua carriera? "Sono imprevisti che nel calcio e nella vita possono capitare. Magari dopo una situazione così, chi lo sa, verrà fuori una squadra che all'improvviso mi permetta di vivere un'esperienza bellissima. Avellino è stato un passo in avanti. L'ultimo anno non è stato brillante a livello personale, ma credo che ci possa stare. Ho ancora il tempo dalla mia parte, posso dimostrare tanto".

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