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Lega Pro, Ghirelli: "Oggi è prevalsa la capacità di stare insieme"TUTTO mercato WEB
Francesco Ghirelli
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
mercoledì 8 aprile 2020, 22:00Altre news
di Valeria Debbia
per Tuttoc.com

Lega Pro, Ghirelli: "Oggi è prevalsa la capacità di stare insieme"

Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, è intervenuto ai microfoni de ilcalciocalabrese.it per fare il punto dopo la nuova riunione del tavolo permanente sull’emergenza COVID-19 tra Lega Pro, AIC e AIAC: "Oggi la cosa importante è stato rendere pubblico l'accordo fra noi, l'AIC e l'Associazione Italiana Allenatori. È un fatto che ha sorpreso un po' tutti, le cronache parlavano di scontri violentissimi in altre leghe, ma è prevalsa la capacità di stare insieme, di provare a difendere le fasce più deboli, i calciatori, di provare a raccogliere il grido di dolore dei presidenti che hanno problemi serissimi per reggere. Ci siamo messi insieme con l'idea di fare grandi sacrifici per rimettere il gioco del pallone al centro della questione. Abbiamo mandato un segnale: si soffre, ma bisogna stare insieme. Le società hanno bisogno di liquidità perché hanno grandi difficoltà".

Il numero uno della terza serie ha parlato anche di ciò che non ha gradito del mondo del calcio nella gestione di questa emergenza:  "Il 21 febbraio abbiamo perso la prima partita, Piacenza-Sambenedettese. La notte fra il 21 e il 22 ho telefonato a tutti i presidenti e le società del Veneto e della Lombardia, era il periodo in cui c'era stato il primo caso a Codogno, e abbiamo bloccato le partite. Ci fu qualcuno che mi disse che ero stato un po' avventato e vorrei dire che avrei voluto essere avventato, era meglio una cosa di questo genere. Mi dà fastidio quando si parla di principi, valori e salute per fini propri e personali, perché si sente, e la non comprensione di ciò che succede veramente. Abito a Roma, so che al sud ci sono altri problemi, penso all'operaio che portava 70-80 euro la sera, penso al parcheggiatore, a chi aveva un negozio di telefonini. È una situazione da incubo, a volte bisogna stare zitto e parlare meno. Lo dico io che rischio la sovraesposizione perché devo provare a salvare 60 società, quindi rispetto alla forza mediatica degli altri io non farei quello che rompe le scatole in modo tale che ognuno abbia la percezione di che cosa siamo, che questo impianto sociale non si frantumi, perché perde il calcio e perde il Paese che diventa povero. C'è chi pensa che bisogna allenarsi, che bisogna fare questo o quest'altro: c'è un tempo per tutto. Penso a Crema, Cremona, Brescia: ci sono tempi per pensare al pallone, ma viene prima la salute, non si scherza con quella".