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Livorno, si chiude con la retrocessione una stagione surrealeTUTTO mercato WEB
Foto di archivio
lunedì 3 maggio 2021, 13:30Girone A
di Stefano Scarpetti
per Tuttoc.com

Livorno, si chiude con la retrocessione una stagione surreale

La stagione 2020-21 si presentava sicuramente particolare e difficile per tutti, senza pubblico come norma di contenimento del covid e per lo stesso motivo l'incognita e la "spada di damocle" del virus su calciatori e gruppo squadra. Il Livorno sotto questo aspetto si è superato, infilandosi in una via senza uscita che ha portato alla retrocessione sancita ieri dalla sconfitta maturata allo stadio "Armando Picchi" contro la Pro Sesto per 2-0. I labronici collezionano in una stagione una serie di record negativi: tornano in quarta serie dopo 24, mentre la serie D mancava da 28 e per la prima volta arrivano nei dilettanti attraverso una retrocessione sul campo facendo il doppio salto indietro dalla serie B, anche quello non era mai successo. 

Una giornata triste quella vissuta ieri dai tifosi amaranto e da tutti coloro che hanno a cuore le loro vicende, per un club capace di vivere stagioni esaltanti in serie C sulla scia di una coppia d'attacco da sballo come quella composta da Igor Protti e Cristiano Lucarelli diventare autentiche icone e simboli della città. C'è stata anche una storica partecipazione in coppa Uefa, proprio l'attuale allenatore Marco Amelia ex portiere degli amaranto mise a segno  il pareggio che permise di uscire indenni dal campo del Partizan Belgrado. Adesso il presente e futuro e carico di nubi minacciose, non si sa chi potrà prendere in mano le sorti di un club finito nei meandri della quarta serie. Quando si retrocede tutti sono responsabili, i calciatori non sono riusciti a fornire una prestazione sufficiente ieri, forse subendo eccessivamente la pressione di una partita da vincere a tutti costi, finendo per fare soltanto confusione a livello tattico e tecnico. Anche il mister Marco Amelia ci ha messo del suo con scelte un tantino discutibili, non si comprende come si possa far scendere in campo a Busto Arsizio un esordiente come Paci al posto dell'indisponibile Neri preferendolo al più esperto Stancampiano. La rete del 2-2 di Masetti - evitabile - è costata tanto a livello di classifica e mentale alla squadra. Contro la Pro Sesto Bussaglia veniva accantonato per Buglio per poi essere inserito probabilmente tardi, l'unico in grado di dare un pizzico di verve e qualità alla manovra. Sarebbe però troppo facile gettare la "croce addosso" a staff tecnico e calciatori, certo hanno le loro colpe ma se il Livorno si è trovato nelle condizioni di dover vincere a tutti i costi all'ultima giornata per approdare ai playout le principali responsabilità vanno cercate altrove.

Lo ha detto Mazzarani a fine partita ma lo si capiva più volte dalle parole di mister Dal Canto nella prima parte della stagione, la squadra ha lottato da sola. Tifosi e addetti ai lavori vicini al club amaranto spesso si sono fatti tante domande senza trovare risposta, la prima è perchè Spinelli ha versato la somma in grado di far proseguire la stagione senza preoccuparsi di altro da gennaio in poi. In più questo avvicinarsi di personaggi incapaci non soltanto di fornire solidità economica ma soprattutto l'ordinaria amministrazione che un club in serie C avrebbe bisogno. La piazza e la storia del club non meritava di vivere una stagione di questo tipo. I giocatori andavano ad allenarsi non avendo nessuna garanzia, anzi una marea di dubbi come in occasione della trasferta di Olbia non si sapeva se la squadra sarebbe scesa in campo stesso discorso a dicembre, c'era in ballo la continuazione della stagione.

Come ciliegina sulla torta l'assenza della dirigenza in sala stampa, quando avviene una retrocessione è necessario una dichiarazione o comunque metterci la faccia di fronte ad un vero e proprio fallimento. Ma questa assenza è la degna conclusione su una stagione surreale e per certi versi assurda per lo storico club toscano.