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Partipilo, dall’Almanacco LGI alla promozione da record con la Ternana
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro
Come vuole la prassi, LGI non scorda chi ha fatto di ciascuno dei volumi dell’annuale almanacco. Rispolverando le schede passate, non poteva passare inosservata quella di uno dei protagonisti del campionato da record disputato dalla Ternana nel Girone C di Serie C: Anthony Partipilo. L’attaccante barese ha trascinato le fere alla conquista del salto di categoria realizzando ben 16 gol in 32 presenze. Due settimane dopo l’aritmetica promozione in Serie B, abbiamo avuto l’occasione di poterlo intervistare.
Da barese doc, cosa è significato per te crescere calcisticamente indossando la maglia biancorossa?
"Bari per me vuol dire casa e famiglia. Difendere i colori della mia città ha rappresentato tantissimo per il mio percorso da giovanissimo. Sono state sensazioni uniche ed il momento più bello è stato senza dubbio l’esordio in Serie B. In quell’occasione ho coronato un sogno.".
Quanto è stato difficile trovare la tua dimensione essendo stato da senior spesso girato in prestito?
"Ero consapevole che, il Bari, una volta firmato il mio primo contratto da professionista, mi avrebbe mandato a girovagare in varie esperienze in prestito, in modo che mi facessi le ossa. Non è stato facile abituarsi ad una vita diversa, siccome non ero stato mai lontano da casa, ma rifarei tutto. Molto gratificanti sono stati specialmente i sei mesi in Romania al Cluj, ho avuto la possibilità di confrontarmi con una realtà ed una cultura diversa dall’Italia".
Com’è stato l’impatto con la Serie D, grazie a cui ti sei rimesso in gioco a Bisceglie?
"Si è trattato di un momento particolare per me. Ero rientrato da poco in Italia dalla Romania e mi trovavo senza squadra perché avevo appena rescisso il contratto col Bari. Nel frattempo, la mia compagna, ora moglie, era incinta del nostro primo figlio. Ho avuto anche qualche dubbio sul mio futuro da calciatore, ma ho accettato di ricominciare tra i dilettanti. Non me pento, il Bisceglie mi ha dato la possibilità di rilanciarmi".
Ritrovi la Serie C e ti accasi a Francavilla, dove diventi anche capitano. Quante responsabilità in più ha comportato la fascia?
"Ringrazierò sempre la famiglia della Virtus per la fiducia che è stata riposta in me. Essere un punto di riferimento per i compagni comporta onori ed oneri, ma dà belle sensazioni. Anche lì ho bei ricordi e spero a mia volta di averli lasciati ripagando in parte tutto ciò che ho avuto la fortuna di ricevere".
Come valuti infine la tua ultima esperienza a Terni e quali sono gli obiettivi futuri dopo aver centrato in questo modo la promozione?
"Personalmente sono molto soddisfatto del percorso fatto in questi due anni. La prima stagione per me è stata di ambientamento, probabilmente abbiamo deluso qualche aspettativa, tuttavia quest’anno ci siamo rifatti con gli interessi. Spero di restare qui a lungo, mi piace molto l’empatia che si è creata tra ambiente e tifosi nonostante non abbiano potuto seguirci negli stadi".
Da barese doc, cosa è significato per te crescere calcisticamente indossando la maglia biancorossa?
"Bari per me vuol dire casa e famiglia. Difendere i colori della mia città ha rappresentato tantissimo per il mio percorso da giovanissimo. Sono state sensazioni uniche ed il momento più bello è stato senza dubbio l’esordio in Serie B. In quell’occasione ho coronato un sogno.".
Quanto è stato difficile trovare la tua dimensione essendo stato da senior spesso girato in prestito?
"Ero consapevole che, il Bari, una volta firmato il mio primo contratto da professionista, mi avrebbe mandato a girovagare in varie esperienze in prestito, in modo che mi facessi le ossa. Non è stato facile abituarsi ad una vita diversa, siccome non ero stato mai lontano da casa, ma rifarei tutto. Molto gratificanti sono stati specialmente i sei mesi in Romania al Cluj, ho avuto la possibilità di confrontarmi con una realtà ed una cultura diversa dall’Italia".
Com’è stato l’impatto con la Serie D, grazie a cui ti sei rimesso in gioco a Bisceglie?
"Si è trattato di un momento particolare per me. Ero rientrato da poco in Italia dalla Romania e mi trovavo senza squadra perché avevo appena rescisso il contratto col Bari. Nel frattempo, la mia compagna, ora moglie, era incinta del nostro primo figlio. Ho avuto anche qualche dubbio sul mio futuro da calciatore, ma ho accettato di ricominciare tra i dilettanti. Non me pento, il Bisceglie mi ha dato la possibilità di rilanciarmi".
Ritrovi la Serie C e ti accasi a Francavilla, dove diventi anche capitano. Quante responsabilità in più ha comportato la fascia?
"Ringrazierò sempre la famiglia della Virtus per la fiducia che è stata riposta in me. Essere un punto di riferimento per i compagni comporta onori ed oneri, ma dà belle sensazioni. Anche lì ho bei ricordi e spero a mia volta di averli lasciati ripagando in parte tutto ciò che ho avuto la fortuna di ricevere".
Come valuti infine la tua ultima esperienza a Terni e quali sono gli obiettivi futuri dopo aver centrato in questo modo la promozione?
"Personalmente sono molto soddisfatto del percorso fatto in questi due anni. La prima stagione per me è stata di ambientamento, probabilmente abbiamo deluso qualche aspettativa, tuttavia quest’anno ci siamo rifatti con gli interessi. Spero di restare qui a lungo, mi piace molto l’empatia che si è creata tra ambiente e tifosi nonostante non abbiano potuto seguirci negli stadi".
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