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Pres. Carpi: "Anno intenso. Ma ora edifichiamo il palazzo per il futuro al club"
"Un anno intenso. Questo l'aggettivo che credo rappresenti meglio la stagione che è stata, e al di là delle aspettative, ma per l'impegno richiesto. Abbiamo dovuto far velocemente esperienza partendo da una situazione per noi non agevole, ma la piazza è stata comprensiva, ci ha permesso di lavorare seppur criticando quando era necessario e tutto questo è stato per noi uno stimolo a cercare di far sempre meglio": esordisce così, nell'intervista rilasciata a TuttoMercatoWeb.com il presidente del Carpi Matteo Mantovani. approdato in biancorosso lo scorso 10 ottobre dopo qualche cambio ai vertici della nuova dirigenza.
Ripartire dopo l'era Bonacini, che ha portato la piazza anche in Serie A, ha forse aumentato il tasso di difficoltà?
"Non è semplice, quando si disegna qualcosa intorno a noi stessi, muoversi su un disegno diverso che non puoi capire finché non ci sei dentro, ma il personale che ha interagito con noi è stato splendido, dal dietro le quinte abbiamo avuto il massimo supporto: ovviamente non è stato facile avere a che fare con dei meccanismi consolidati ma no a nostra misura, ma con il tempo abbiamo trovato le giuste misure".
Quale è stato il momento più difficile?
"Credo che il momento più duro sia stato quello del post Covid, un virus che ci ha letteralmente stangati, e che ha preceduto di poco il cambio in panchina. La squadra ha avuto risultati sconfortanti per quando riguarda i punteggi patiti, sembrava non avere né la forza né la capacità di rovesciare una situazione che forse non è stata gestita al meglio da nessuno. C'era anche poco tempo per riprendersi, ma alla fine tutto è tornato nei binari e anche la salvezza è arrivata".
Da contraltare, i momenti comunque belli...
"Oltre che belli, li definirei anche momenti rappresentativi, e mi riferisco ai derby con il Modena. All'andata abbiamo perso, è vero, ma la prestazione non era mancata, ed è stato il momento in cui si è cimentato il rapporto societario tra tutti. Poi al ritorno il risultati ci ha anche dato ragione, ed è stato bellissimo vedere i sorrisi in città".
Adesso è tempo anche di programmazione: ancora massima attenzione a settore giovanile e strutture?
"Il vero cuore della nostra società è e deve essere il settore giovanile, per una piazza come Carpi è questo il fulcro per creare il domani: sarebbe stupido e cieco non dare peso a questo aspetto. Ora comunque è anche tempo di bilanci, della fase di analisi degli errori in ottica critica migliorativa: il calcio è un mondo difficile, ma siamo determinati nel mantenere la nostra identità preparandoci comunque a tutti gli aspetti di gestione, dirigenziale e sportiva. Ora dobbiamo edificare il palazzo per il bene della società, il Carpi è prima di tutto un valore della città da preservare".
Ripartire dopo l'era Bonacini, che ha portato la piazza anche in Serie A, ha forse aumentato il tasso di difficoltà?
"Non è semplice, quando si disegna qualcosa intorno a noi stessi, muoversi su un disegno diverso che non puoi capire finché non ci sei dentro, ma il personale che ha interagito con noi è stato splendido, dal dietro le quinte abbiamo avuto il massimo supporto: ovviamente non è stato facile avere a che fare con dei meccanismi consolidati ma no a nostra misura, ma con il tempo abbiamo trovato le giuste misure".
Quale è stato il momento più difficile?
"Credo che il momento più duro sia stato quello del post Covid, un virus che ci ha letteralmente stangati, e che ha preceduto di poco il cambio in panchina. La squadra ha avuto risultati sconfortanti per quando riguarda i punteggi patiti, sembrava non avere né la forza né la capacità di rovesciare una situazione che forse non è stata gestita al meglio da nessuno. C'era anche poco tempo per riprendersi, ma alla fine tutto è tornato nei binari e anche la salvezza è arrivata".
Da contraltare, i momenti comunque belli...
"Oltre che belli, li definirei anche momenti rappresentativi, e mi riferisco ai derby con il Modena. All'andata abbiamo perso, è vero, ma la prestazione non era mancata, ed è stato il momento in cui si è cimentato il rapporto societario tra tutti. Poi al ritorno il risultati ci ha anche dato ragione, ed è stato bellissimo vedere i sorrisi in città".
Adesso è tempo anche di programmazione: ancora massima attenzione a settore giovanile e strutture?
"Il vero cuore della nostra società è e deve essere il settore giovanile, per una piazza come Carpi è questo il fulcro per creare il domani: sarebbe stupido e cieco non dare peso a questo aspetto. Ora comunque è anche tempo di bilanci, della fase di analisi degli errori in ottica critica migliorativa: il calcio è un mondo difficile, ma siamo determinati nel mantenere la nostra identità preparandoci comunque a tutti gli aspetti di gestione, dirigenziale e sportiva. Ora dobbiamo edificare il palazzo per il bene della società, il Carpi è prima di tutto un valore della città da preservare".
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