Rimini, Di Matteo risponde a Gnassi: "Se essere campano è un problema, passo la mano"
Dopo l’intervento dell’ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi in merito alla vicenda sulla cessione del Rimini calcio dalla Bulding Company a Nicola Di Matteo, nel quale veniva chiesto a Governo e organi competenti di “attivate tutte le procedure atte a prevenire eventuali infiltrazioni della criminalità nell’economia legale”, l’imprenditore ha voluto rispondere alle accuse attraverso un comunicato pubblicato dal Corriere Romagna nel quale si legge: “nella mia vita ho agito sempre e soltanto nel rispetto della Legge, dello Stato Italiano, della legalità e soprattutto della moralità e delle Istituzioni. Ad oggi, il Gruppo rappresentato dallo scrivente, ha esborsato per il Rimini Fc la bellezza di oltre duecentocinquantamila euro, dimostrando, con i fatti, l’amore per questa squadra e principalmente per tutta la città di Rimini. - prosegue Di Matteo nella nota - L’intento del gruppo rappresentato dall’estensore è quello di salvare questo meraviglioso club da un drammatico fallimento societario e riportare in auge i colori biancorossi”.
Di Matteo poi accusa di razzismo chi in queste settimane lo sta criticando anche sulla base di alcune dichiarazioni passate (quando era ad del Teramo): “L’essere di origine campana non rappresenta per il sottoscritto una scriminante e/o un epiteto razzista ma l’orgoglio di chi emigrato al nord molto giovane, partendo da umili origini, è riuscito a crearsi una vita degna e ricca di soddisfazioni, non da ultima, quella di poter diventare, con orgoglio, il presidente del Rimini Football Club (squadra che ho da sempre sognato e fortemente voluto). Se essere innamorato della Città di Rimini, del Calcio e della vita, è un reato, lo scrivente allora, si ritiene certamente colpevole. Se per qualcuno invece, che rappresenta la maggioranza della popolazione e le Istituzioni, le mie origini campane, la mia passione smisurata per il Calcio e l’amore che ho già manifestato con i fatti per la squadra e la Città di Rimini, possono diventare un problema, mi ritengo pronto a “passare la mano” ritirandomi immediatamente, ahimè da questa avventura, con tutte le conseguenze del caso..
Ove dovessero ripetersi manifestazioni di disprezzo, discriminazione e avversione nei miei confronti mi vedrò inevitabilmente costretto a ritirarmi a vita privata, dal momento che inizio ad essere veramente stanco di subire sentenze di condanna nei miei confronti, mai pronunciate da chicchessia, di ricevere trattamenti ingiusti ed inappropriati e sopra ogni cosa e più di tutto nel dare senza ricevere neanche quel minimo di riconoscenza, gratitudine che dovrebbe rappresentare la normalità nei confronti di chi ha già investito tempo e denaro per il bene di una Città e della sua squadra più rappresentativa”.
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