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Banchieri: “In Serie C il livello si è alzato. L’FVS? Strumento prezioso da migliorare”TUTTO mercato WEB
Oggi alle 11:19Serie C
di Luca Bargellini

Banchieri: “In Serie C il livello si è alzato. L’FVS? Strumento prezioso da migliorare”

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Per analizzare i temi più importanti del campionato di Serie C, TMW Radio ha interpellato il tecnico Simone Banchieri. Ecco le sue dichiarazioni nel corso di 'A Tutta C': Quest’anno la Serie C presenta tre gironi molto equilibrati nella parte alta della classifica. Solo il Vicenza nel Girone A sembra avere un margine più ampio, mentre negli altri due gironi c’è grande bagarre. Questo equilibrio secondo lei indica un innalzamento del livello medio oppure una sorta di divisione naturale tra squadre di “C1” e “C2”? "Per me si è alzato il livello generale dei tre gironi. Anche dove c’è una capolista come il Vicenza, che ha già un vantaggio importante, il campionato è competitivo. Non vedo due categorie interne. Le squadre di testa, soprattutto nei Gironi B e C, sono forti e hanno meriti. Vincere non è mai facile: penso a campi come Cava de’ Tirreni, Casarano, Siracusa… sono gare sempre tirate. Lo stesso vale nel Girone B con Pineto, Forlì, Carpi. Le capolista hanno qualità nei singoli, ma fanno comunque fatica. L’ho visto anche col Vicenza: contro l’Inter ha vinto al 93’, in dieci uomini. Questo dimostra quanto il livello sia alto". L’anno scorso ha vissuto una stagione particolare a Messina, con molte difficoltà. Alla luce di ciò che è successo recentemente a Rimini, cosa le torna alla mente? E pensa che fermare certe società in difficoltà possa essere una scelta più corretta rispetto a trascinarle fino a fine stagione? "L’ho sempre detto: certe società non dovrebbero essere iscritte. Fa male per tifosi, giocatori e addetti ai lavori. Messina per me è stato un privilegio: una città magica, da Serie A come storia e passione. Abbiamo vissuto mesi complicatissimi: niente stipendi, niente attrezzature, niente campi, nemmeno una sala video. Ma l’affetto della gente ci ha dato tantissimo. Siamo riusciti a giocarci la salvezza nonostante 13–14 punti tolti. Poi per questioni extra campo non mi è stato permesso di proseguire. Esperienze così fortificano e creano legami che altrove non nascono: ci aiutavamo davvero in tutto, anche nelle necessità quotidiane. Messina merita categorie più alte. Ma ripeto: le federazioni devono impedire l’iscrizione a chi non paga. Non è giusto mettere in difficoltà persone che vivono di questo lavoro". In Italia i cambi in panchina sono moltissimi, e in Serie C ancora di più. Da un paio di stagioni gli allenatori possono cambiare squadra entro il 20 dicembre se esonerati. È un’opportunità reale o sta favorendo la circolazione degli stessi nomi? "Io mi ritengo molto fortunato: alleno da oltre vent’anni e sempre per passione. La norma secondo me è corretta: se vogliamo considerare questo un lavoro, chi viene esonerato deve poter rientrare subito, come avviene in qualsiasi altro settore. Sul fatto che circolino sempre gli stessi nomi… il calcio è un ambiente molto autoreferenziale. Ci si sceglie tra persone conosciute, come avviene in tante altre professioni. È così da sempre e non cambierà. A tutti piacerebbe che contasse solo il merito, ma la realtà del calcio non l’abbiamo inventata noi". Dopo 16 giornate abbiamo visto l’introduzione della tecnologia FVS, che sta cambiando alcune dinamiche anche in Lega Pro. La convince? E cosa migliorerebbe? "La tecnologia aiuta molto. Se nel 2020, con il Novara, avessimo avuto l’FVS, avrei fatto la chiamata sul fallo di mano di Rozzio e forse la partita sarebbe cambiata. Ci penso ancora oggi. L’FVS va migliorato nei dettagli e nella qualità delle immagini, soprattutto in Serie C dove ci sono poche telecamere, ma averlo è già un grande passo avanti. Tutti parlano di ciò che viene tolto, ma raramente di ciò che viene dato. Trovo ottimo che i gol siano tutti controllati automaticamente. La chiamata a disposizione degli allenatori è una buona idea, ma andrebbe regolata meglio: non dovrebbe diventare uno strumento per spezzare il ritmo della gara. Serve tempo per perfezionare la tecnologia, ma è un investimento importante. E a proposito di investimenti, bisognerebbe parlare di più degli stadi e dei centri sportivi: molti non sono adeguati alle categorie. A Novara, con Novarello, avevamo un centro che valeva più di qualsiasi giocatore: migliorava tutti".