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Ad Arezzo si scade nel ridicolo. E si rischia lo scontro istituzionale

Ad Arezzo si scade nel ridicolo. E si rischia lo scontro istituzionaleTUTTO mercato WEB
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
giovedì 22 febbraio 2018, 09:152018
di Tommaso Maschio

“Siamo quasi al ridicolo” così Davide Moscardelli, uno dei giocatori più rappresentativi dell'Arezzo ha commentato la situazione del club toscano dopo le ultime vicissitudini che hanno visto Neos Solution tornare al comando dopo il passaggio di consegne avvenuto il 3 gennaio con Marco Matteoni che fin da subito, nonostante i proclami, ha mostrato di avere difficoltà economiche che nelle ultime settimane sono venute alla luce spingendo i giocatori, con l'appoggio dell'AIC, a dichiarare lo stato d'agitazione e ventilare lo sciopero (ancora non rientrato) in vista del prossimo turno di campionato. Ieri ad Arezzo è andata in scena la conferenza stampa da parte del rappresentante della proprietà Fabio Gatto che ha spiegato come si stia lavorando a una nuova cessione senza però entrare nel dettaglio né dare certezze a giocatori e dipendenti, mentre all'esterno i tifosi, ormai esasperati dalla situazione, protestavano in maniera accesa per l'ennesimo teatrino in cui tutti si rimbalzavano le colpe senza volersi assumere alcuna responsabilità. Il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina ha detto di non voler falsare il campionato, come se non fossero già arrivati i fallimenti di Mondena, escluso dopo pochi mesi, e Vicenza a minarne la credibilità e non vi fossero in giro per lo stivale altre situazioni simili, o potenzialmente simili, a quella di Arezzo.

Il rischio adesso è che si vada a uno scontro fra AIC da un lato e Lega Pro dall'altro, che poi sarebbero le due istituzioni che dovrebbero tutelare i giocatori in una situazione tanto delicata, come se ai due presidenti – Damiano Tommasi e Gabriele Gravina – non fosse bastata la figura non proprio edificante fatta nella corsa alla presidenza della FIGC terminata con la sconfitta di entrambi e la nomina di un commissario. Uno scontro che non farebbe bene a nessuno, men che meno ai giocatori e dipendenti dell'Arezzo, e che contribuirebbe ad abbassare ancor di più l'asticella del senso del ridicolo o forse, visto il quadro generale, a portarla direttamente sotto terra.