Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
esclusiva

Chiappino: "Sorrento, un'esperienza che porterò nel cuore"

ESCLUSIVA TMW - Chiappino: "Sorrento, un'esperienza che porterò nel cuore"TUTTO mercato WEB
© foto di Francesco Decicco/TuttoLegaPro
sabato 5 luglio 2014, 07:352014
di Stefano Sica

"Per me Sorrento resta un'esperienza meravigliosa che porterò per sempre nel cuore. Perché ho conosciuto delle persone magnifiche verso le quali avrò sempre un senso di gratitudine. Dei sorrentini ho apprezzato il modo di vivere e a Sorrento è stata bene anche la mia famiglia. Andar via mi ha provocato un po' di sofferenza". Inizia così il racconto di Luca Chiappino della sua breve avventura in costiera. Da quel giorno di fine luglio in cui, carico di idee ed entusiasmo, fu presentato insieme al ds Marcello Pitino, ad un maledetto pomeriggio di novembre che segnò il suo destino. Il crac interno col Martina fu il pretesto con cui la società decise di provvedere al suo esonero, forse frettoloso ma pianificato da almeno un paio di settimane. "Rimasi senza comunicazioni fino al lunedì sera, ma avevo capito già domenica che ci sarebbe stata una decisione in tal senso - ricorda Chiappino -. Peccato perché credo che un'altra chance l'avrei meritata. Almeno per altri sette giorni fino alla gara col Tuttocuoio. Questo per tanti motivi".

Quali?
"Abbiamo iniziato il ritiro con enorme ritardo, almeno 20 giorni dopo gli altri. Avevo un manipolo di ragazzini con una rosa ancora da costruire. E poi sono arrivati tanti giocatori in prova. Alcuni sono stati presi in chiusura di mercato (Miranda, Imparato, Coppola e Parodi, ndr). Quindi il gioco: la mia squadra, anche quando è arrivato qualche risultato negativo, ha sfoderato sempre buone prestazioni, sbagliando forse solo il secondo tempo col Martina. Giocavamo bene e divertivamo".

E poi altre problematiche di ordine organizzativo.
"Intanto io avevo chiesto espressamente qualche elemento che alzasse la qualità della rosa e completasse i vari reparti, perché non avevamo molti ricambi. Intanto un terzino destro, perché lo stesso Imparato a volte ha dovuto fare i conti con problemi fisici. Quindi un centrale difensivo affidabile e un centrocampista con caratteristiche diverse da quelli che avevo. Si erano fatti male Alessio Esposito e Margarita e comunque disponevo solo di gente brava a recuperare palloni. Per il mio modulo mi serviva, oltre a Coppola, una mezz'ala capace come lui di inserirsi e dotata di incisività. Mi è mancato un collaboratore tecnico, figura essenziale in uno staff. Mi sono state proposte delle candidature che non ho accettato perché non rispondenti ai profili che chiedevo. Quindi è venuta a mancare all'improvviso la figura del direttore sportivo. Cioè colui che sta sempre sul campo, che gestisce delle situazioni che neanche l'allenatore può gestire, che conosce i fatti e si mette in sintonia con gli umori dei calciatori. Un vuoto mai colmato, perché nessuno nell'assetto dirigenziale era davvero in grado di sostituire Pitino. E' finita che non avevamo un vero punto di riferimento. Si sa, i successi si costruiscono innanzitutto fuori dal campo. E la società, pur conoscendo queste problematiche, ha deciso di ribaltare un progetto. E poi c'è un altro particolare".

Ci dica.
"Non avevamo un luogo in cui discutere e confrontarci che non fosse il campo. E noi avevamo bisogno di un posto in cui ritrovare la tranquillità e la serenità necessarie per fare quello. Il campo alla fine era uno spazio aperto in cui qualcuno poteva carpire qualcosa riportandola nella maniera sbagliata e finendo per alimentare inutili e ingiustificabili tensioni".

Ma lei personalmente cosa si rimprovera?
"Forse sono stato troppo accondiscendente in alcune problematiche. Tornassi indietro sbatterei di più i pugni sul tavolo. Anche perché, in definitiva, avrei voluto incidere come era nei miei programmi, e non mi è stato permesso di farlo".

Il suo futuro: è più forte la voglia di tornare nella famiglia Genoa o di rimettersi in discussione in Lega Pro?
"Col Genoa è rimasto un grande rapporto, del resto ho vent'anni di militanza in questo club. Se volessero ridarmi un'opportunità, sarei pronto. In tal senso ne stiamo ragionando. E ugualmente sono tentato da un'altra esperienza in Lega Pro. Vedremo".

© Riproduzione riservata