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esclusiva

Ds Vibonese: "Contenti ma coi piedi per terra. Classifica falsata"

ESCLUSIVA TMW - Ds Vibonese: "Contenti ma coi piedi per terra. Classifica falsata"TUTTO mercato WEB
mercoledì 31 ottobre 2018, 09:152018
di Ivan Cardia

“Siamo soddisfatti, però il nostro spirito è sempre quello di rimanere coi piedi per terra”. Parole di circostanza fino a un certo punto, perché la Vibonese arriva dal buon pareggio di Caserta, uscita dal campo tra gli applausi del Pinto, e viaggia a 14 punti, nelle zone alta di classifica. Ma Simone Lo Schiavo, ds dei calabresi, è ben consapevole di quanto il campionato di Serie C sia complicato e difficile da decifrare: “Testa bassa e pedalare: deve rimanere il nostro motto. Non possiamo dimenticare qual è il nostro obiettivo, cioè quello di salvarci il prima possibile, per non perdere aderenza con la realtà”.

Siete tra le poche squadre a nove partite giocate.
“Sì, è una classifica un po’ falsata, perché molte squadre devono recuperare partite. Poi con la Viterbese ritroveremo un avversario ostico in più sulla strada. Lo hanno già detto altri miei colleghi: il campionato di Serie C quest’anno è comunque falsato. Per loro sarà difficile recuperare dieci partite, sette turni infrasettimanali sono complicati da organizzare. E comunque l’incertezza non sta giovando a nessuno. Penso alla nostra gara col Matera”.

Cioè?
“Si veniva dal turno infrasettimanale e loro dovevano giocare col Catania, poi la partita è stata rinviata e ovviamente sono arrivati alla gara più riposati di noi. Ovviamente non dipendeva da loro, ma è un campionato che comunque sta subendo condizionamenti esterni”.

Quando si dice che il caos crea problemi solo alle squadre interessate direttamente, quindi, si dice una bugia.
“Sì, perché sono situazioni che se si va a vedere bene creano problemi a tutti. Nel nostro girone, anzitutto, abbiamo due squadre come Catania e Viterbese, che nel bene o nel male seguiranno un loro calendario. E poi ancora non sappiamo quante retrocessioni vi saranno, quali posizioni porteranno ai playout e quali ai playoff”.

Cambia anche il modo di costruire una squadra.
“Ovvio. Le squadre si fanno anche sulla base delle regole vigenti. A conoscerle… Faccio un esempio: se la Viterbese fosse stata messa in un altro girone, probabilmente nel nostro vi sarebbe stata una sola retrocessione. È logico che cambi molto stagione e mercato delle squadre in lotta per la salvezza. Non dimentichiamo che a breve arriveranno anche le prime penalizzazioni: l’incertezza regna sovrana e a farne le spese sono le società corrette. Penso all’Entella: ha disputato una sola partita, è inevitabile che faccia fatica sotto tanti aspetti”.

Voi ne sapete qualcosa. L’anno scorso avete vinto il campionato di Serie D. Che però non avreste dovuto giocare.
“Ne siamo usciti, per fortuna. Abbiamo dimostrato una forza incredibile, perché la mazzata inflitta l’anno scorso dalla giustizia sportiva non è stata indifferente. Però credo che in generale la gente sia stufa di sentire ricorsi e tribunali: da quando sono diventato direttore sportivo ho parlato più di questo che di calcio giocato. Lo dico anche da rappresentante di una società che ha vissuto un inferno che non auguro a nessuno: l’anno scorso fino a fine settembre siamo stati in un limbo che non sembrava conoscere fine. Dicono che cambieranno le cose, ma miglioramenti non ne vedo”.

Ieri il Consiglio Federale ha deciso di aspettare il Consiglio di Stato del 15 novembre.
“Anche qui: va bene che bisogna ottemperare a una decisione giudiziaria. Ma così si è deciso di non decidere. Aspettare il 15 novembre vuol dire che rimarrà tutto così com’è, come è stato l’anno scorso per noi. Ci diranno che i campionati sono già iniziati e pazienza”.

Martedì prossimo eleggerete il nuovo presidente di Lega Pro, Ghirelli. Cosa gli avete chiesto?
“Io credo che le richieste, da parte dei club di Serie C, siano unanimi: vogliamo normalità. Io ho parlato con tanti presidenti, di tutti i gironi: tutti vogliono solo il rispetto delle regole, vogliono certezza del diritto e nelle sanzioni. Non è possibile che cambino, serve equità nel giudizio a tutti i livelli e che i campionati inizino regolarmente. Il fatto di non giocare è un danno enorme per le società, d’immagine ma anche economico. Si pagano stipendi per calciatori che non giocano, le difficoltà sono tante”.

Torniamo a voi. Per ora siete in zona playoff.
“Io credo che i bilanci si possano fare a gennaio. Se saremo ancora lì, magari inizieremo a pensarci. Per ora, dobbiamo conoscere solo due parole: lavoro e sacrificio. Non possiamo pensare di fare voli pindarici o guardare a obiettivi che non ci competono. Dobbiamo lavorare duramente, e anche a Caserta ho ho visto una squadra che ha fame, determinata e con la cattiveria agonistica che contraddistingue le squadre che vogliono ambire a traguardi sempre più ambiziosi. Io voglio sempre vedere una squadra così determinata, solo così potremo fare strada. Se pensiamo di arrivare ai playoff facilmente, o di aver già raggiunto l’obiettivo, siamo fuori strada. Bastano poche partite per essere risucchiati nella parte bassa, come ne bastano poche per andare ai piani alti”.

Ora c’è la Virtus Francavilla. Cosa si aspetta?
“Dobbiamo dare continuità. La Virtus è una squadra ostica, si difende bene, in trasferta soprattutto. È scorbutica, l’ho vista all’opera anche con la Reggina. Dobbiamo cercar punti, stare attenti perché loro anche in ripartenza sono pericolosi. Hanno tante individualità che possono cambiare le partite in ogni momento”.

Avete già affrontato Catania, Casertana, Catanzaro e Trapani. In pratica tutte le squadre che a inizio stagione venivano considerate in lotta per il primo posto: chi l’ha convinta di più?
“Beh, a questo punto aggiungerei anche la Viterbese che reciterà un ruolo importante. Il Trapani mi ha fatto una buonissima impressione, soprattutto a livello di gioco. Vogliono sempre giocare, non buttano via la palla, i terzini vanno sempre in mezzo. Ha un gioco molto armonico, mi ha fatto davvero una bella impressione. E poi il Catania: rosa alla mano, ha giocatori molto importanti, con un potenziale offensivo enorme. Tra le quattro, direi queste due”.

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