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Il Catania è fallito, Spolli: "La città non lo meritava. Ma era solo un'agonia"

ESCLUSIVA TMW - Il Catania è fallito, Spolli: "La città non lo meritava. Ma era solo un'agonia"TUTTO mercato WEB
mercoledì 22 dicembre 2021, 18:53Serie C
di Marco Conterio

Nicolas Spolli per Catania è stato qualcosa di più che un giocatore, che un capitano, che un simbolo. E' stata un'icona a cui aggrapparsi nella buona e nella cattiva sorte. Per questo la notizia del fallimento del club è arrivata fino a Rosario, Argentina, dove si trova in questi giorni. E per lui è stata come un colpo al suo cuore catanese. "Per la città è un giorno triste e anche per me -racconta a Tuttomercatoweb.com-. Catania non meritava di finire così: penso che le gestioni siano state sbagliate, in tutti questi anni. Alla fine, quando sbagli una volta puoi rimediare ma quando sbagli sempre, arriva la fine".
Ed è arrivata oggi, alle porte di Natale.
"Mi dispiace per la gente della SIGI che ha provato a salvaguardare la matricola, cercare di tenerla viva. Fosse finita prima non ci sarebbe stata quest'agonia: è un dispiacere grandissimo. Abbiamo vissuto una grande città, un grande club, un grande centro sportivo. Dispiace per i lavoratori: magari si pensa solo ai giocatori ma bisogna pensare a chi taglia l'erba, ai dottori, ai magazzinieri, che magari non prenderanno neanche i soldi adesso. Però bisogna ripartire".


Il calcio in Sicilia affronta una crisi storica.
"E' difficile: i numeri dicono questo, non c'è una squadra in A o in B. Mi dispiace tanto, è una regione della quale sono innamorato e anche tutti i giocatori che ci vanno lo sono. Se il Catania fallisce, se il Palermo fallisce, se il Trapani fallisce, se il Messina ha problemi, qualcosa è sbagliato di grosso. Il calcio in Sicilia va riportato dove merita, vivono il calcio come Napoli, Roma, come l'Argentina: si meritano altro".
Che ricordi ha della sua Catania da calciatore?
"Ogni salvezza era uno Scudetto. Negli ultimi anni di A era una squadra consolidata, nei primi ci allenavamo in mezzo al niente tra le difficoltà ma ci salvavamo sempre in un campionato competitivo. I momenti belli sono le vittorie inattese, come vincere contro Juventus e Inter, far risultato contro il Milan. Era diventata quasi la normalità..."".
La sua partita del cuore?
"Ricordo il primo gol in A contro il Bologna: eravamo in una situazione complicata. E' stata la gara che mi ha segnato di più, poi l'esordio col Parma, al Tardini. Sono andato lì a vederlo per lavoro, per Vazquez, e mi sono ricordato tutto di quella partita... Ho segnato poco, ma me li ricordo tutti volentieri".

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