Minnozzi e il sogno Samb: "Un onore essere qui"

Dall'Eccellenza alla serie C in poche settimane. Quella di Matteo Minnozzi, giovane attaccante che la Sambenedettese ha prelevato dal Porto d'Ascoli al termine di un'annata personale straordinaria (20 gol in campionato, quattro in Coppa ed altrettanti nei play-off per un totale di 28), è una favola che ha accomunato non tantissimi enfant prodige del calcio dilettantistico nostrano. Uno dei più recenti, Michele Emmausso, appena due estati fa passò al Genoa dopo aver fatto faville con la Boys Caivanese in Eccellenza campana. L'avventura di Minnozzi inizia con l'Ancona, squadra della sua città natale. E' coi dorici che l'attaccante classe '96 muove i primi passi fino all'età di 14 anni. Dopo la scomparsa del club, il trasferimento ad Ascoli e la trafila nelle giovanili bianconere, dai Giovanissimi Nazionali alla Primavera. Poi il volo, il cimento coi "grandi", supportato da quel sogno che lo ha sempre accompagnato da bambino e che lo ha ricondotto di nuovo tra i professionisti. Finalmente dalla porta principale, grazie anche alla sagacia di Tommaso Dei e Stefano Somma della Assist Sport Management, i quali hanno seguito con cura e scrupolo il cammino del ragazzo in tutti questi anni.

In verità quello della Sambenedettese è un interessamento che parte da lontano...
"Vero. Infatti ciò è stato per me uno stimolo per migliorarmi e chiudere la stagione in bellezza, fino a quando questo sogno non si è finalmente materializzato. Ringrazio per questa opportunità tutta la società Sambenedettese a partire dal suo presidente. E' un'occasione che voglio sfruttare al massimo e farò di tutto per farmi apprezzare dal club e dai tifosi. Sono consapevole di aver compiuto un passo importante nel mio percorso, ma sono anche convinto che con passione, determinazione e lavoro si possono ottenere grosse soddisfazioni. Io sono felice e non vedo l'ora di iniziare questa avventura".

E' una svolta nella tua carriera che forse vorrai dedicare a qualcuno.
"Ai tre pilastri della mia vita: i miei genitori e la mia compagna. E' a loro che dedico questa mia gioia".

Hai altri ringraziamenti da fare?
"Sicuramente verso chi mi ha accompagnato in questa stagione al Porto d'Ascoli, dall'allenatore alla società passando per tutti i miei compagni. Ma c'è una persona in particolare che voglio ringraziare con tutto il cuore: il team manager Pierluigi Traini, che per me è stato un punto di riferimento imprescindibile. In definitiva, il Porto d'Ascoli ha rappresentato per me una seconda famiglia. Dispiace che il sogno della D sia sfumato in extremis, c'è mancato davvero poco per coronarlo. Avevamo battuto il Classe in trasferta nella prima semifinale play-off nazionale con un mio gol. Al ritorno eravamo anche in vantaggio e abbiamo ceduto proprio nel finale. Mentalmente siamo arrivati un po' stanchi, poi gli episodi hanno fatto il resto. Tuttavia i play-off sono stati un traguardo storico per questo club, che mai aveva disputato gli spareggi nazionali".

Descrivici un po' le tue caratteristiche.
"Non sono il classico attaccante statico da area di rigore. Mi piace agire maggiormente come seconda punta o partire dalla trequarti. Sono ruoli che ho interpretato ma, all'occorrenza, ho giocato anche da esterno e da prima punta".

E adesso?
"E ora devo solo farmi trovare pronto ripagando tutta questa fiducia. La Samb ha creduto più di tutti in me e io ho un carico di entusiasmo enorme da mettere a disposizione".