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esclusiva

Vulpis: "Endorsement di Ghirelli a Gravina un atto politico inutile"

ESCLUSIVA TMW - Vulpis: "Endorsement di Ghirelli a Gravina un atto politico inutile" TUTTO mercato WEB
lunedì 7 dicembre 2020, 10:34Serie C
di Dario Marchetti

Marcel Vulpis, direttore della testata Sporteconomy e futuro candidato alla presidenza della Lega Pro, ha parlato della condizione del campionato di Serie C e della lega del terzo campionato professionistico in Italia. Di seguito le sue parole in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com:

Ghirelli negli scorsi giorni ha appoggiato la candidatura di Gravina, ma il presidente della Serie C non si è ancora ricandidato alla Lega Pro. Che mossa è stata?
“E’ un’iniziativa irrituale. Normalmente un presidente uscente non fa questo tipo di endorsment. Al momento non è candidato e nemmeno stato eletto. E’ come si si fosse autocandidato e autoeletto, ma a me risulta che ci sono almeno due che si vogliono candidare sempre che ci si riesca visto che sul sito della Lega Pro fino a stanotte c’era “error 404” sulla voce ‘Statuto’. C’è un limite a tutto. Se vogliamo fare le cose fatte bene si carichi uno statuto e si dia una data per le elezioni dando il tempo alle persone di fare una campagna elettorale. Tutti devono essere messi nelle stesse condizioni, dopo di che non credo che Gravina abbia bisogno dell’endorsement di Ghirelli. E’ stato un atto politico inutile e mi risulta che questa dichiarazione post tavolo delle riforme non sia stato oggetto del suddetto tavolo. E’ stata una fuga in avanti che ha fatto lui”.

Lei dunque non lo avrebbe fatto?
“No, prima mi sarei candidato, poi eletto. A quel punto avrei convocato l'assemblea per decidere l’appoggio al candidato presidente della Figc. Quella di Ghirelli è una partita tutta sua. Il problema della Lega Pro è che non c’è condivisione. Ci sono tantissimi club che non sono contenti di come siano formati i gironi. Il Girone A è totalmente sbilanciato rispetto agli altri, i top club sono tutti nei gruppi B e C. C’è un tema di governance da chiarire. Nel consiglio direttivo trovi solo club di piccole o medie dimensioni, ma servirebbe più equilibrio con l’inserimento dei top".

E sul tax credit?
“Sono rimasto colpito. Il tax credit viene presentato in pompa magna come la madre di tutte le battaglie. Ghirelli ribadisce che è tutto a posto, ma Gualtieri evidenzia la mancanza di una copertura finanziaria. Anche li è stato messo in grande difficoltà il Ministro che si è trovato un’operazione portata avanti da una serie di realtà ma non condivisa con il Mef. La compensazione non la decide né Ghirelli né il Comitato 4.0, ma il Mef. Gualtieri poi si è messo una grande mano sulla coscienza e ha cercato di andare nella direzione della Lega Pro passando da 60 a 90 milioni di plafond. Ghirelli poi ha dato per scontato che tutto fosse risolto e che gli sponsor potessero sponsorizzare i club. Una qualsiasi normativa, però, ha bisogno di un decreto attuativo che al momento non è arrivato".

E sul Comitato 4.0?
“Le operazioni del Comitato non erano coordinate con la Figc. Il Comitato doveva essere portato avanti da una realtà come quella della federazione”.

E se lei fosse presidente della Lega Pro cosa farebbe?
“Sicuramente non andrei avanti con il Comitato 4.0, l’idea può essere giusta ma deve essere portata davanti alle istituzioni dal presidente della Figc”.

Cosa ne pensa della riforma dei campionati?
“Io farei un discorso a monte. Chiamerei i club di C e vedrei prima dell’inizio dei campionati chi ha la forza di fare l’intera stagione, se poi mi devo trovare un Trapani a zero a cosa serve? Anzi, è un danno d’immagine. Le problematiche sono quelle: le regole devono essere uguali per tutte. Oggi i club sono in vita perché ci sono delle proprietà solide che stanno coprendo i danni. Tutto è in mano alla capacità patrimoniale di alcuni presidenti”.

E’ attrattiva la Serie C?
“Questo campionato non piace al mercato. Con me presidente ci sarebbero già due aziende pronte a fare da title sponsor a patto che il campionato si sistemi come governance e come prodotto. Bisogna lavorare su questi due aspetti per rendere il campionato attrattivo rimodulando anche i gironi in base ai costi. Non si può mandare un club del nord a giocare al sud. E’ incredibile che un campionato come la C non abbia un title sponsor. Oggi la Lega Pro è indietro. La mia candidatura è comunque un fatto positivo perché evidentemente il mercato vuole persone che sappiano parlare la loro lingua, non quella della politica”.

Può dirci qualcosa di più sulle aziende interessate?
“Una delle due aziende è del betting. Se dovesse esser sospeso il decreto dignità la Lega Pro con me sarebbe presa in considerazione come tra le prime società per la questione del title sponsor”.

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