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L'editoriale sulla C - Bella ma farlocca. Pisa-Arezzo gara della vergogna

L'editoriale sulla C - Bella ma farlocca. Pisa-Arezzo gara della vergogna
mercoledì 26 settembre 2018, 15:412018
di Ivan Cardia
Editoriale di Ivan Cardia per TuttoC.com

Sarebbe anche bella questa Serie C, come del resto la Serie B. Finalmente possiamo parlare di calcio giocato, e non dispiace: la Carrarese scrive una bella storia romantica, tra Tavano e Maccarone in campo e Marchionni in panchina. La Juventus Under 23 delude soltanto chi pensa che le seconde squadre debbano vincere e non lanciare i giovani. Il Monza vive sull’entusiasmo per l’arrivo di Berlusconi, mentre Pordenone e SudTirol confermano che quando non si fanno le cose per caso ci si diverte. Il Trapani si prende quel che il tempo gli ha tolto e il Rende sorprende tutti. Ci sarebbe tanto da scrivere, davvero tanto. Tante storie di calcio. Peccato che sia tutto farlocco.

Lo è il campionato di C, perché lo è quello di B. Impossibile giudicare un campionato a 19 squadre che dovrebbe essere a 22 e probabilmente tornerà a 20. Inutile dare valutazioni su un girone in cui le più forti non giocano: Novara, Siena e Pro Vercelli nel Girone A, Ternana nel Girone B, Catania nel Girone C (assieme alla Viterbese). Sarebbe paradossale parlare di una squadra in pole position, se le favorite non ci sono. L’Entella ha addirittura tre punti, e non sappiamo fin quando li avrà.

La situazione dei liguri, in questo momento, è la più paradossale. Dovrebbero essere in Serie B ma non ci sono, non possono giocare in Serie C perché giustamente il presidente Gravina continua a scegliere la via dell’attendismo. Fin quando potrà, è difficile da pronosticare. Per ora, va avanti soltanto nel caso della Viterbese, mentre per le altre abbiamo date e orari. Li rispetteranno? Chissà. In giornata si celebrerà un’altra data campale al TAR: il Catania continua a scegliere la via procedurale più corretta, ma con tempi sbagliati, perché impugna anche gli atti della FIGC oltre a quelli della Lega B ma non potrà discutere prima del 9 ottobre. Quasi impossibile fornire pronostici, anche perché probabilmente mentre leggerete queste righe vi saranno stati aggiornamenti in un senso o nell’altro. Dirimere il pasticciaccio brutto combinato tra via Allegri e via Rosellini resta complicato. E due campionati su tre (ma aggiungiamo anche la Serie A) in questo momento sono farlocchi, perché raccontano rapporti di forza menomati ed equilibri che non si sa quanto dureranno.

Sarebbe anche bella questa Serie C, dicevamo. Tranne Pisa-Arezzo: quella no. È una partita che non si sarebbe dovuta giocare ieri sera, lo striscione dei tifosi nerazzurri dice tutto: non si può andare in campo mentre la propria terra brucia. Far indietreggiare il circo mediatico del calcio è quasi impossibile, ma ci sono occasioni in cui anche il pallone deve fare un passo indietro, per quanto complicato a livello organizzativo. In occasione di Sampdoria-Fiorentina, le nostre massime autorità non hanno dato buona prova della propria capacità di gestire le più basilari esigenze ed emozioni umane. Ieri a Pisa si sono ripetute: a Pisa non è crollato nessun ponte, per fortuna non vi sono stati morti. Ma pretendere che i tifosi esultino per un gol fatto o si disperino per uno subito, quando a pochi chilometri la gente è costretta ad abbandonare le proprie case, quando la terra su cui sono cresciuti sta andando a fuoco, merita una lettera scarlatta. Restiamo umani, diceva qualcuno.