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Pagana saluta il Siracusa: "Nessuno mi ha giocato contro"

Pagana saluta il Siracusa: "Nessuno mi ha giocato contro"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 5 novembre 2018, 23:352018
di Ivan Cardia

"Dente avvelenato? Assolutamente no. Ho dato il massimo sin dal primo giorno dentro il campo, mentre fuori checché se ne dica ho messo becco su pochissime cose. Non ho motivo di avere il dente avvelenato, ripeto però che le cattiverie fanno male mentre accetto le critiche calcistiche”. Giuseppe Pagana, ex allenatore del Siracusa, dimessosi pochi giorni fa, su goalsicilia.it ha raccontato la sua avventura in azzurro: "La squadra non mi ha mai giocato contro. Potrei fare leggere a tutti i messaggi che mi hanno mandato i ragazzi, sia vecchi che nuovi, perché come dicevo prima sono prima uomo che allenatore e l’aspetto umano per me è fondamentale. Anzi dico grazie ai giocatori per ciò che hanno sempre dato. Ci tengo a precisare che tutte le scelte, dall’estate alle mie dimissioni, sono fatte e condivise dai nuovi e vecchi amministratori del club. Forse non siamo stati bravi a spiegarle pubblicamente, ma tutte le scelte sono state condivise e fatte per il bene di Siracusa e del Siracusa calcio”.

"Al di là di ciò che dice qualcuno, fino a venerdì le decisioni le abbiamo prese io e mister Raciti, fino alla gara con la Cavese tutte le scelte sono state condivise. Sul campo abbiamo raccolto 9 punti, ci sono due gare da recuperare, ma è tutto nei programmi. Qualcuno ha dimenticato che in sei giorni abbiamo giocato tre partite contro squadre importanti e senza probabilmente il nostro giocatore più forte (Vazquez, ndr). Le prestazioni ci sono sempre state, quando abbiamo perso è successo a causa di piccoli episodi, non abbiamo mai perso con grandi distacchi. La squadra era nuova, il rodaggio iniziale era fisiologico. Di fatto abbiamo solo un paio di punti in meno di squadre che hanno fatto grossi investimenti, per esempio il Catanzaro che ha il miglior allenatore della categoria tra l’altro. Tutto ciò deriva dalle aspettative e forse qualcuno mi ha dato più importanza di quella che avevo effettivamente all’interno della società”.

“Forse qualcuno ha frainteso quando ho detto che non potevo dire no ad Alì. Ovviamente non intendevo che mi avesse costretto, ma semplicemente dal punto di vista umano era giusto sposassi il suo progetto. Quando segui un progetto per anni non puoi voltare le spalle a chi ti chiede di continuare a seguirlo. Per me il lato umano, giusto o sbagliato che sia, ha sempre contato più di quello professionale”.