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Pres. Pergolettese: "Se 58 squadre su 60 non vogliono riprendere un motivo ci sarà"

Pres. Pergolettese: "Se 58 squadre su 60 non vogliono riprendere un motivo ci sarà"TUTTO mercato WEB
© foto di Ettore Dognini
martedì 7 aprile 2020, 21:19Serie C
di Andrea Piras

Il presidente della Pergolettese Massimiliano Marinelli ha parlato ai taccuini di TuttoC.com della situazione del nostro paese: "Qui c’è una situazione anomala, per poterla capire si può solo viverla. Passando per Crema si trova dimostrazione di quello che sto dicendo, siamo a sette-otto chilometri dalla zona rossa di Codogno. Il calcio è un gioco di contatto e di sudore, si fa presto a trasmettere il virus. Abbiamo avuto due gravi perdite, l’ex presidente e socio Andrea Micheli di soli 37 anni e il medico sociale Rosario Gentile: figure importanti in società e amici. Micheli era il nipote di Cesare Fogliazza, il nostro grande amministratore delegato e direttore generale. Se 58 su 60 non vogliono riprendere un motivo ci sarà. Noi della Pergolettese già un mese fa abbiamo detto che il campionato va chiuso per pandemia e che non avremmo più ricominciato. La vicinanza trasmessa dal dott. Ghirelli ci sta dando la forza per ricominciare, è una persona straordinaria che ha speso parole pregevoli nei nostri confronti.

Detto questo ci affidiamo a ciò che la FIGC deciderà, se quindi opterà per ricominciare lo faremo perché obbligati. Vorrei però far capire a certe persone che non vivono la nostra quotidianità, che stanno in casa perché c’è un decreto a stabilirlo, che qui da un mese e mezzo è un via vai di ambulanze, di sirene e ogni giorno perdiamo un conoscente o un amico. Crema, insieme a Cremona è tra le più colpite in termini percentuali, c’è un ospedale da campo in un parcheggio e sembra di essere in guerra con l'esercito a presidiare la città. La situazione è veramente surreale. Non so come si faccia a litigare tra federazioni, presidenti e giocatori in un momento come questo. Bisognerebbe far passare un po' di tempo e vedere se la situazione migliora perché giocare in queste condizioni non è fattibile. Credo che il campionato debba essere concluso a patto che ci siano le condizioni per poterlo fare. E in questo momento non ci sono. Se ci saranno a maggio e la FIGC ci dirà di andare in campo, noi faremo il nostro dovere, e solo in questo concordo con le dichiarazioni di Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, secondo cui i calciatori devono essere tutelati e non mandati allo sbaraglio".

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